Che peccato non aver conosciuto prima i Pastel, un vero rammarico. Questo duo di Bari infatti sprigiona un album datato aprile 2015 dal titolo L’Acchiappanuvole davvero originale e stimolante. Dieci brani di post punk cantato in italiano difficile da comprendere all’inizio, lo ammetto, ma che una volta presi i giri giusti si rivela un vero e proprio gioiellino.
Le canzoni sono intelligenti e scivolano via leggere, aiutandoci a pensare e a comprendere. È un lavoro in divenire (come viene nettamente scandito in La scatola, il Crocevia), forse non di facile intuizione, ma che si eleva ad un piano superiore rispetto a tutto ciò che nel cosiddetto panorama indie italiano possa risultare “intelligente” e “studiato”. I Pastel si ispirano infatti alla San Diego marchiata 3 1 G ma non dimenticano i Frontiera, vanno veloci come se fossero i City of Caterpillar ma non smentiscono la feroce ed accattivante malinconia dei gruppi emoviolence italiani. Staccano sugli arpeggi come se suonassero insieme da vent’anni e non riducono la scossa nemmeno nei due intermezzi musicali che spezzano la frenesia degli altri brani. Bravissimi loro e brava la Upwind, etichetta diy barese fondata dal batterista della band. Dai! Andrea Vecchio
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