Il viaggio non è una gita di ventenni, non è nemmeno un tour avventuroso sulle montagne della Turchia. Io e la mia ombra ci siamo messi in cammino, in una giornata assolata e fresca, lungo un sentiero su un promontorio che costeggia il mare. Presto i pensieri arrivano, ma non voglio dar loro troppo peso; nonostante tutto sono lì e non riesco a tenerli lontani.
Camminare per chilometri con una bella colonna sonora è più facile, ed è questo scenario quello che vorrei farvi immaginare scrivendo la recensione di questo disco.
Ci troviamo di fronte a un lavoro fatto a regola d'arte, ben registrato, compatto, ben suonato, vario.
Da dove partire nell'ascolto? Ad esempio dalla cadenzata ed immaginifica Pensione Miranda o dalla avvolgente Avendoti. Se vi piacevano gli Scisma, il vostro pezzo è Piccoli omicidi; se siete nostalgici e vi gusta Battiato reinterpretato in chiave elettropop c'è la cover Povera patria (plauso alla batteria, azzeccatissima). Episodi un po' più molli: Démodé, il singolo, che ha parti eccelse anche nel testo accanto a passaggi che avrebbero meritato maggiori limature. P.O.V. non è male ma è troppo scanzonata per i miei gusti malinconici e articolati, così come Sole e venerdì.
Una strega, con Bonezzi particolarmente ispirato, sarebbe tranquillamente una hit da classifica, peccato che, e cito il disco, ci circondiamo di cani, e in classifica poi va altro...
In conclusione, Piccoli omicidi è un disco originale, non urlato, pervaso da una vena di emiliano vitalismo. Spero abbia riscontro perchè lo merita. Roberto Conti
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