Interessante questo ritorno dei Pixies. La loro reunion del
2004 non aveva portato molto di nuovo a livello musicale, se non il discutibile
singolo-filastrocca Bam thwok.
Dopodiché nuovamente silenzio per tanti anni. Ed ora un nuovo ritorno, ma senza
la leggendaria bassista Kim Deal. Interessante anche il titolo del loro nuovo
lavoro: EP1, che lascia presagire magari
un eventuale EP2 e quindi altri nuovi
brani. Particolarmente intrigante anche il singolo che ha preceduto di qualche
mese il rilascio dell'EP: Bagboy,
canzone che sembra uscita da Doolittle,
capolavoro datato ormai 1989. Brano comunque innovativo, ma del resto lo stesso
album Doolittle risulterebbe
innovativo anche oggi.
Purtroppo, però, Bagboy, in cui la seconda voce è affidata a Jeremy Dubs dei The Bennies che imita il classico stile dei cori di Kim Deal, non è contenuta nell'EP. I quattro nuovi brani, invece, parlano una lingua completamente diversa. C'è il rock adulto e disilluso di Andro queen, canzone già presente nel repertorio live del cantante Black Francis, qui riadattata in formato band. C'è il surf rock di Another toe in the ocean, ma purtroppo non c'entra niente con i bei tempi di Surfer rosa. C'è Indie Cindy, una ballata che porta in sé un bell'esperimento narrativo, tradotto degnamente in immagini nel relativo videoclip. E in chiusura c'è spazio per le chitarre potenti, in What goes boom, brano che riporta direttamente all'album d'addio dei Pixies, il geniale Trompe le monde, del 1991. Anch'esso innovativo perfino al giorno d'oggi. Motivo per cui What goes boom spacca le ossa anche secondo i canoni odierni. In generale, però, in questo EP1 gli arrangiamenti sono davvero troppo raffinati. Le improvvise fermate e ripartenze degli esordi sono qualcosa di completamente dimenticato. Sì, sono sempre i Pixies, ma non c'è traccia della loro antica e geniale asprezza. Forse perché Black Francis ormai tratta la band come se fosse un banale supporto alle sue esibizioni da solista. Forse perché viene a mancare l'incontro-scontro artistico e creativo con Kim Deal. Ecco, sì, Kim Deal manca come non mai.
Purtroppo, però, Bagboy, in cui la seconda voce è affidata a Jeremy Dubs dei The Bennies che imita il classico stile dei cori di Kim Deal, non è contenuta nell'EP. I quattro nuovi brani, invece, parlano una lingua completamente diversa. C'è il rock adulto e disilluso di Andro queen, canzone già presente nel repertorio live del cantante Black Francis, qui riadattata in formato band. C'è il surf rock di Another toe in the ocean, ma purtroppo non c'entra niente con i bei tempi di Surfer rosa. C'è Indie Cindy, una ballata che porta in sé un bell'esperimento narrativo, tradotto degnamente in immagini nel relativo videoclip. E in chiusura c'è spazio per le chitarre potenti, in What goes boom, brano che riporta direttamente all'album d'addio dei Pixies, il geniale Trompe le monde, del 1991. Anch'esso innovativo perfino al giorno d'oggi. Motivo per cui What goes boom spacca le ossa anche secondo i canoni odierni. In generale, però, in questo EP1 gli arrangiamenti sono davvero troppo raffinati. Le improvvise fermate e ripartenze degli esordi sono qualcosa di completamente dimenticato. Sì, sono sempre i Pixies, ma non c'è traccia della loro antica e geniale asprezza. Forse perché Black Francis ormai tratta la band come se fosse un banale supporto alle sue esibizioni da solista. Forse perché viene a mancare l'incontro-scontro artistico e creativo con Kim Deal. Ecco, sì, Kim Deal manca come non mai.
Piccola nota di chiusura: la band suonerà all'Alcatraz di
Milano il 4 novembre e c'è ancora qualche biglietto disponibile. Potrebbe
essere un'ottima occasione per vedere dal vivo la band grazie alla quale esistono
o sono esistiti i Nirvana, i Placebo, l'alternative rock. Marco Maresca
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