Fabio Biale, violinista conosciuto per aver militato per
alcuni anni nella formazione di Zibba & Almalibre, debutta con un album
solista di dieci pezzi tra il folk, lo swing zingaro e il rock. Il disco, intitolato
La sostenibile essenza della leggera,
esce per l'etichetta Prestige recording.
Recensione in 10 parole: orribile (la
copertina. Ma chiuso doverosamente questo capitolo possiamo parlare di tutto il
resto), arrangiamenti (il fiore all'occhiello dell'album. In ogni passaggio
traspare gusto artistico ed esperienza decennale), coda (il crescendo finale di
Gesti è una bella botta musicale ed
emotiva), crooner (c'è questa attitudine da cantore swing, più sommessa
nell'iniziale Al mio funerale e più
esplicita in Ema), cover (è presente
una riscrittura in italiano di Psycho
killer dei Talking heads), poesia (c'è un componimento di Emily Brontë messo
in musica in Emily, ed uno dello
stesso Fabio Biale in D.C.), folk
(che nel brano Il mio amico matto,
come nella miglior tradizione, racconta di un personaggio ai margini della
società), toccante (il testo di Canzone
d'amore per un nonno addormentato, che si fa strada tra assenza ed
incomunicabilità), chitarra acustica (che riempie di luce soffusa tutto
l'album, con fraseggi preziosi nella loro delicatezza). Marco Maresca
Voto: ***
Tracklist:
1. Al
mio funerale
2.
Gesti
3. Il
fiore non colto
4.
Canzone d'amore per un nonno addormentato
5.
Emily
6.
Ema
7.
Psycho killer
8. Il
mio amico matto
9.
D.C.
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