Chi segue i Manics da anni sa benissimo che i tre gallesi non hanno mai avuto paura di cambiare e sperimentare diversi generi e sonorità, praticamente ogni album è diverso dai precedenti. Stavolta però, all'uscita del nuovo disco Rewind the film non ero sicura di cosa aspettarmi: il primo singolo estratto è Show me the wonder, carino, ma nulla di più. Orecchiabile, allegro (allegro?!), con un video che nell'ipotesi migliore ricorda le ambientazioni del telefilm “Life on Mars” della BBC.
Ma non è questa l'unica scelta discutibile dell'album. Si da il caso che una delle canzoni migliori, la title track Rewind the film, non sia stata scritta da loro (la musica è tratta pari pari da A little girl lost di Axelrod), e che sia interpretata dal cantautore Richard Hawley nella quasi totalità: il perchè di una scelta tanto deleteria mi è ignoto.
Tuttavia la collaborazione con Hawley non è l'unica presente nel disco: ci sono infatti anche le cantanti Lucy Rose e Cate Le Bon a rubare la scena alla voce di James, che comunque impreziosiscono due brani piacevoli quali This Sullen Welsh Heart e 4 Lonely Roads.
Tra le poche tracce degne di nota ci sono Tokyo skyline dal sapore orientale e ipnotico, 3 ways to see despair con la sua cupezza, 30-year war che finalmente riporta alla mente i Manics impegnati politicamente, anche se per poco dato che è la traccia di chiusura.
Ringrazio di aver acquistato la versione deluxe che contiene anche un secondo disco con i demo di tutti i 12 brani, brani che sembrano rivivere grazie alla mancanza di arrangiamenti troppo sperimentali e poco autentici. Se fosse stato interamente acustico, Rewind the film sarebbe stato un ottimo album con delle vere e proprie perle.
Nel complesso quindi Rewind the film è delicato e nostalgico, anche se non sappiamo davvero quanto sia lontano l'album che chiuderà la carriera dei Manic Street Preachers. D'altronde la traccia Running out of Fantasy parla chiaro: “I don't expect your sympathy / I'm old I'm strange I'm confidential / has my fantasy reached its logical conclusion”. Diana Debord
https://www.facebook.com/manicsitaliancommunity
Nessun commento:
Posta un commento