Dona una sensazione di eleganza
questo album di Mara, il secondo dopo l’esordio con Dots, e sebbene questa
prima impressione mi si associa mentalmente spesso alla freddezza sono felice
di notare che, in questo caso, le due cose non vanno di pari passo. Ottobre 66,
diciamolo subito, è un disco piacevole, che pesca a piene mani da atmosfere
retrò e le veicola verso il pop, non lasciando niente al caso.
Considero Red leaf la miglior copertina possibile per l’album: voce melliflua
e sofferta, sezione ritmica che accompagna efficacemente le strofe (plauso
generale soprattutto per il basso rotondo di Diego Pasini), ritornelli in cui
piano e chitarra arrivano ad enfatizzare l’atmosfera malinconica che perdura
fin dalle prime note. E’ nei momenti più riflessivi che Mara e la band al suo
seguito danno il meglio di sé, e non bastasse la canzone appena citata anche la
title track iniziale (con un clarinetto azzeccatissimo a dare punte di colore
qua e là) e la notturna Gone
avvalorano la prima impressione, con quest’ultima che, fra sax e contrabbasso,
porta diretti con la mente a fumosi locali jazz.
Ci sono lati anche più
prettamente pop e solari nell’album, ma qualche scricchiolio in questi casi si
sente. Pur rimanendo curatissimi gli arrangiamenti infatti resta l’impressione
che la voce sofisticata di Mara sia meno a proprio agio con queste atmosfere, e
così di Show me si finisce più per
apprezzare la lieve psichedelia che emerge soprattutto nell’improvviso cambio
centrale, anche se va meglio con San
Francisco al netto di influenze che, sarà anche per il titolo in comune, mi
fanno ritornare alla mente il revival anni 60 dei Foxygen. Piacevole, sempre
rimanendo sulla lisergia, anche la breve escursione strumentale di Wait a minute che, a differenza del
semplice scherzo Wait a second, dura
quanto promette ma lasciando comunque sensazioni che rimangono.
Forse poco coeso ma sicuramente
efficace questo secondo disco di Mara, a cui toglie più che aggiungere la
presenza della Modugnana Notte di luna
calante, in cui oltre ad un excursus estemporaneo nell’italico idioma la
voce si perde in un profluvio di vocalizzi che la rendono meno efficace. Strano
a dirsi in un disco che mantiene titolo e nome dell’autrice ancorati alla
nostra penisola, ma è quel piccolo neo che toglie un alone fino a quel momento
ineccepibile d’internazionalità: non che si voglia dire che solo ciò che viene
dall’estero vale qualcosa, tutt’altro, ma è anche in queste piccole sfumature
che si vede che Ottobre 66 è frutto di un percorso artistico arrivato a buoni
livelli ma ancora rivedibile. Ho in testa da anni una frase, senza ricordare da
dove l’ho presa, che dice più o meno che non bisogna essere in grado di
cavarsela in ogni situazione ma di poter tirare fuori tutto quello che hai
quando ce n’è bisogno: quando Mara lo farà in un disco spero proprio che arrivi
alle orecchie di qualcuno ben più qualificato del sottoscritto, per ottenere l’attenzione
che merita. Stefano Ficagna
Tracklist:
1. Ottobre '66
2. Red leaf
3. San Francisco
4. I saw a man
5. Gone
6. Notte di luna calante
7. Wait a minute
8. Show me
9. Run over
10. Wait a second
11. Fire
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