Il BRIC è l'acronimo delle quattro potenze emergenti
mondiali: Brasile, Russia, India, Cina. La Puglia non è (per adesso) il punto
d'incontro di questi nuovi cardini dell'equilibrio geopolitico, e quindi si
limita ad osservare il fenomeno e a constatare da lontano la fine dell'impero
occidentale. E forse non è un male. Tutto ciò accade in un album intitolato Nuovo ordine mondiale, uscito per
Piccola bottega popolare, con il contributo di Puglia sounds.
Recensione in 10
parole: geopolitica (il disco parla proprio di questo. Di chi a San
Francesco preferisce il sincretismo e fa l'amore solo sul futon, come nel brano
Silicia), elettropop (Battiato era
uno che faceva cose del genere, anni fa), elettronica (drum machine e sequencer
hanno un ruolo di rilievo), lingue (addirittura il cinese in Un inno nazionale e Dalla cina con furgone, ma anche il portoghese dei brasiliani in Falas de amor e poi qua e là qualche
parola russa e qualche concetto preso dalla spiritualità indiana), relativismo
(forse l'unica religione del Nuovo ordine mondiale, perché il frigorifero per i
russi non conta, come dimostra il brano Sovkhoz
e Kolkhoz), testi (sintetici, ai limiti del sarcasmo ma fanno comprendere
bene i concetti. "Andavo ad una festa insieme a Kabir Bedi / E suonavamo
il sitar insieme a Ravi Shankar", in Sussidiario
1.0), War games (il pezzo forte
dell'album: in maniera sintetica e divertente spiega perché la nostra cultura
verrà soppiantata e demolita da quelle emergenti), concordiamo (con il concetto
dell'album: non si può credere che a cinesi e brasiliani debba piacere l'indie
rock. L'Europa culturalmente ha dato tutto ciò che poteva dare. Ora è tempo di
dare spazio alle altre culture), efficace (il modo in cui il messaggio viene
tradotto in musica in questo disco divertente da ascoltare). Marco Maresca
Voto: ***/
Tracklist:
1. Sovkhoz e Kolkhoz
2. Radici
3. Le logiche del market
4. Un inno nazionale
5. War games
6. Il mio giardino
7. Falas de amor
8. Silicia
9. Dalla Cina con furgone
10. Sussidiario 1.0
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