La libertà non è cambiare padrone: lo sappiamo bene, in questi confusi anni di vicende politiche italiche. La situazione è così da alcuni anni o forse da secoli, come sembra di capire dalle storie cantate in questo Canciari patruni 'un è l'ibittà, secondo album di Salvo Ruolo, uscito per Controrecords. Produttore del disco è Cesare Basile, che nel disco compare anche nelle vesti di strumentista suonando chitarra acustica, banjo, mandolino e ukulele. Il disco è tutto cantato in lingua siciliana (che non è un semplice dialetto e ha vera e propria dignità di lingua).Si parte con Malutempu, che introduce la Sicilia delle lotte contro gli oppressori piemontesi, con la figura di Nincu Nancu nemico giurato dei Savoia. A buttana è un riuscitissimo brano folk che parla di una prostituta che, a dispetto del ruolo degradante comunemente datole dalla società, nella canzone viene vista come una "palummedda", una colomba bianca simbolo di libertà nei vespri siciliani. Re'pitu è un canto di morte per un figlio portato via da un colpo di libeccio, che l'ha scaraventato sul fondo del mare, e non si capisce se la descrizione della morte sia metaforica, e se si parli di suicidio o della morte per mano di qualcuno. Buttitta & Balistreri racconta della voce di Rosa Balistreri che cantava la Sicilia degli anni del dopoguerra narrata dalle parole di Ignazio Buttitta. Mariuzza Izzu era una ragazza che fu violentata da un intero plotone di soldati piemontesi e poi uccisa. Il fatto avvenne nel 1861 ma ha sorprendenti analogie con tante delle storie di invasione e devastazione che ascoltiamo ai telegiornali dei giorni nostri. Passannanti nel 1878 attentò alla vita di Umberto I e nel brano a lui dedicato viene citato come simbolo dell'oppressione contro tutti i re. Il disco si conclude con una dolorosa ninna nanna di morte, intitolata Picchì brisci accussì notti. Al di là dei meriti dell'uso di un folk internazionale per narrare della Sicilia, il disco di Salvo Ruolo ci consegna storie di una Sicilia vittima di oppressione ma forte nelle sue idee di resistenza e libertà. Il risultato è notevole, grazie alla grande forza evocativa dei brani. Marco Maresca
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