La band biellese Invers torna con un nuovo disco dopo Dal
peggiore dei tuoi figli del 2012. Anticipato lo scorso ottobre dal singolo Montagne,
questo nuovo lavoro si intitola Dell'amore della morte della vita: un
titolo che racchiude in sé i temi affrontati nei dieci brani. Storie di persone
presenti e passate. Si intuiscono sperimentazioni e nuovi ambienti sonori
rispetto al passato che denotano una evoluzione artistica. Come loro stessi
dicono: “Nato dalla costante esigenza di
sperimentare e di evolverci verso nuovi ambienti sonori, sentiamo che questo
nostro secondo lavoro è, per quanto riguarda sia la composizione dei brani che
l'approccio a differenti sonorità e dinamiche, il punto di partenza di un
nuovo, diverso e più consapevole percorso artistico“.
Il disco della band è
un concentrato dell'universo umano su un sound sempre grintoso. La loro
introspezione anche malinconica e tanto “Invers” li contraddistingue e in un
certo senso ne esalta le qualità. In sintesi un disco ben suonato e con
tematiche attuali e coinvolgenti, a cui però (sempre secondo la mia opinione)
manca quell'originalità che avevo riscontrato in Dal peggiore dei tuoi
figli.Tra le dieci tracce, Montagne parla di tutto ciò che siamo
obbligati a vedere e a subire per altrui decisione. I brani che mi sono
piaciuti di più sono Sopra le luci della città e Il controllo. Il
testo di quest'ultimo racchiude parte del mio pensiero personale: “se
l'uomo ha perso il controllo sull'uomo il mondo è fuori controllo”. Segnalo
ancora Abbiamo sentito dire, una fantastoria ispirata dalla cruda e
a volte ironica realtà dal sound quasi
ossessivo dalle sfumature dark. Il disco si chiude con il pezzo che dà il
titolo a tutto il nuovo lavoro Invers. Tante ombre, quasi tenebre causate da
ciò che vedono, vivono e sentono ogni giorno intorno a loro, intorno a noi.
Purtroppo nel disco non c'è neanche una piccola luce che lasci aperta la porta
della speranza. Anche l'amore è vissuto
con tante ombre. Tanta disillusione. Il buio dentro. Alessandra Terrone
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