I Punkreas hanno ghiandole rock che
mettono in moto il loro metabolismo sin dal 1989, anno di formazione
di questa band originaria di Parabiago. Cippa, Paletta, Flaco, Noyse
e Gagno hanno bisogno di non interrompere il loro flusso punk rock
energetico e quest'anno hanno deciso di proporre una selezione di
cover con la loro Radio Punkreas. Diversi ospiti rimarchevoli scelti
tra autori ed esecutori originali da Alberto Radius a Samuel
Subsonica, Bunna Africa Unite, El Tofo, Freak Antoni Skiantos. E
ancora Piotta e Alteria alle prese con vecchi classici.
A ciascuno le sue riflessioni e anche i
Punkreas si sono fermati a pensare e a riascoltare parole lontane che
si adattano e riadattano, musiche e brani che fanno parte di un
bagaglio riaperto.
Aprono con Io sto bene in cui
stare bene o stare male è solo una formalità accompagnata da
un'insolita fisarmonica che fa tanto lungosènna (ma non
dimentichiamoci che viene suonata e bene un po' ovunque anche nelle
nostre regioni).
Tocca poi a Piotta e alla versione
alternativa di un vecchio classico di Jimmy Fontana con
rielaborazione del testo. Non mi fa impazzire a dire il vero.
Invece mi piace Sottopressione
(feat. Bunna).
Se avete sentito anche solo una volta
per caso Reality, il brano colonna sonora del Tempo delle mele
(film per adolescenti anni 80), ascoltando la versione Punkreas
(feat. Alteria) probabilmente non la riconoscerete se non in qualche
accordo. E per quanto mi riguarda, ho trovato questa trasformazione
grandiosa.
I Cani sciolti, perfetta
metafora della nostra attualità, “sono sempre di più nelle città
dove sembra sempre tutto uguale ma qualcosa non va”.
Il disco chiude sulle note di Ti
rullo di Kartoni in cui Roberto Freak Antoni lascia la sua
impronta folle così come doveva essere. Un bel pezzo rock.
Quello che mi è piaciuto di più... la
chitarra rock dei Punkreas, l'uso del dialetto milanese ne La
ballata del pittore e la fisarmonica bohèmienne del pezzo
d'apertura.
Speriamo solo che la scelta di fare un
disco di cover sia un'operazione mirata, un omaggio (come fece, ad esempio, Battiato nei suoi Fleurs) e non un ripiego in attesa di
nuove ispirazioni. Un album comunque consigliato per
quelli che non amano stare fermi. Alessandra Terrone
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