27 agosto 2014

I Punkreas (come Battiato) lanciano un disco che omaggia i classici, da Jimmy Fontana al Tempo delle mele

I Punkreas hanno ghiandole rock che mettono in moto il loro metabolismo sin dal 1989, anno di formazione di questa band originaria di Parabiago. Cippa, Paletta, Flaco, Noyse e Gagno hanno bisogno di non interrompere il loro flusso punk rock energetico e quest'anno hanno deciso di proporre una selezione di cover con la loro Radio Punkreas. Diversi ospiti rimarchevoli scelti tra autori ed esecutori originali da Alberto Radius a Samuel Subsonica, Bunna Africa Unite, El Tofo, Freak Antoni Skiantos. E ancora Piotta e Alteria alle prese con vecchi classici.

A ciascuno le sue riflessioni e anche i Punkreas si sono fermati a pensare e a riascoltare parole lontane che si adattano e riadattano, musiche e brani che fanno parte di un bagaglio riaperto.
Aprono con Io sto bene in cui stare bene o stare male è solo una formalità accompagnata da un'insolita fisarmonica che fa tanto lungosènna (ma non dimentichiamoci che viene suonata e bene un po' ovunque anche nelle nostre regioni).
Tocca poi a Piotta e alla versione alternativa di un vecchio classico di Jimmy Fontana con rielaborazione del testo. Non mi fa impazzire a dire il vero.
Invece mi piace Sottopressione (feat. Bunna).
Se avete sentito anche solo una volta per caso Reality, il brano colonna sonora del Tempo delle mele (film per adolescenti anni 80), ascoltando la versione Punkreas (feat. Alteria) probabilmente non la riconoscerete se non in qualche accordo. E per quanto mi riguarda, ho trovato questa trasformazione grandiosa.
I Cani sciolti, perfetta metafora della nostra attualità, “sono sempre di più nelle città dove sembra sempre tutto uguale ma qualcosa non va”.
Il disco chiude sulle note di Ti rullo di Kartoni in cui Roberto Freak Antoni lascia la sua impronta folle così come doveva essere. Un bel pezzo rock.
Quello che mi è piaciuto di più... la chitarra rock dei Punkreas, l'uso del dialetto milanese ne La ballata del pittore e la fisarmonica bohèmienne del pezzo d'apertura.
Speriamo solo che la scelta di fare un disco di cover sia un'operazione mirata, un omaggio (come fece, ad esempio, Battiato nei suoi Fleurs) e non un ripiego in attesa di nuove ispirazioni. Un album comunque consigliato per quelli che non amano stare fermi. Alessandra Terrone

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