13 febbraio 2015

Finalmente a casa, il nuovo lavoro degli AIM non convince totalmente

L’ultimo disco degli AIM, intitolato Finalmente a casa ed appena uscito per Tirreno dischi, non mi piace. Perché gli AIM sono i portabandiera in Italia dei cosiddetti “non-gruppi”, che fanno le “non-cose”, rimanendo nella mediocrità e accontendandosi  di incidere un disco ricco di canzoni e suggerimenti artistici, ma che rimarrà per sempre mediocre, senza far del male a nessuno, senza piacere ma senza nemmeno fare schifo.
Se ti metti in testa di fare un gruppo così, allora non farlo proprio. Sono infatti convinto che nelle proprie passioni,in questo caso la musica, la faccia bisogna sempre mettercela, nel bene e nel male. Esporsi sempre e comunque, rimanere al centro. Gli AIM dalla Brianza, invece, propongono senza intromettersi, rimangono nel mezzo, non entusiasmano ma grazie a evidenti doti musicali e a una registrazione coi fiocchi sfornano un disco bello pieno ed efficacemente ascoltabile. Personalmente, preferisco supportare una realtà che si impegni con tutta sé stessa per divertire e portare avanti un qualsivoglia discorso musicale e non, che un ensemble con indubbie capacità ma senza un “core”, inteso all’inglese ma anche alla Geoff Farina.
Che inizia con la canzone che dovrebbe essere il manifesto dell’intero lavoro, Finalmente a casa. Chitarrine, sostanze riprese e riprese che sfociano in un ambito emorock azzeccato; testo introspettivo (che ci sta) su un ipotetico e metaforico viaggio ma poi ecco il momento clou: gli AIM cantano “restarci dentro”. Ecco, come fai a dire una così in una canzone? Non è che se canti in italiano allora sei giustificato a dire tutto quello che vuoi. Ascoltate gli ultimi Fine Before You Came e sappiatemi dire.
Leggo da qualche parte che come influenze abbiano gruppi come Elliot ed Appleseed Cast. Purtroppo l’ho letto dopo aver ascoltato tutto questo Finalmente a casa. Sono andato di là, in salotto, e ho messo su lo split  Alcatraz / Tempo Zero, perché la situazione stava davvero precipitando.
Nel terzo brano dell’album, Voglio il mio tempo, i tre urlano e non lo fanno nemmeno male, sono intonatissimi e giustamente nei tempi, nulla da dire a riguardo. Così come nella successiva Nel nuovo giorno, se non fosse per una troppa discordanza tra il cantato, e troppi momenti morti che vorrebbero essere riflessivi ma non fanno altro che sperare che il tutto finisca presto.
I brani in tutto sono nove. Il più carino? Mi vuoi migliore, una bella lentona con tanto di controtempi in che davvero ( e sono sincero) rimanda agli Elliot. Tempi tenuti forti e saldi e via andare, così dovrebbe essere.
Invece no, gli AIM preferiscono non venirne a capo, nemmeno con l’ultima La tregua, che dal titolo avrebbe potuto essere di tutto ed invece scade nell’essere un veloce outro senza voglia. 
Insomma, Finalmente a casa è una partita di fine campionato tra squadre di metà classifica, dove giocano solamente riserve di lusso per poter essere messe sull’imminente finestra di mercato da subito. Andrea Vecchio 

22 commenti:

  1. Comunque nella canzone "Finalmente a casa" gli Aim cantano "da restarci dentro" e non "starci dentro". Ascoltiamoli sti dischi prima di scrivere le recensioni!

    RispondiElimina
  2. Ciao Andrea, qui batterista degli AIM, il disco ti fa cagare e ci sta. Non si criticano i giudizi. Ma non ti permetto di dire che siamo un "Non Gruppo". Non sai un cazzo di noi, non sai chi siamo e non sai che suoniamo da 10 anni insieme e che abbiamo girato l' europa, fatto 300 concerti, dormito per terra e per molte volte al freddo ecc.... Critica la musica e non le persone e i loro legami. Spero di vederti a qualche nostro live e farti capire che un gruppo non sta solo in quello che ascolti sul tuo divanetto ma in quello che provi quando sei ad un concerto. Dopo questo riparleremo della tua concezione di "NON BAND" Matteo Camisasca

    RispondiElimina
  3. Ciao. Ho commesso un errore di battitura, me ne scuso. Il disco l'ho ascoltato più e più volte.
    Non ho criticato alcuna persona nè tantomeno alcun legame, io penso fermamente che in Italia esistano gruppi da non supportare e l'ho detto chiaro e tondo, non solo nel vostro caso. La mia riflessione è totalmente incentrata sulla musica e sul disco.
    Dopodiché voi potete pensare che io me ne stia sul divano a criticare e basta, va bene. Vi dico solamente che sono vent'anni che giro per concerti e almeno quindici anni che tra alti e bassi suono in un gruppo. Quindi penso di saperne e di potermi esprimere come meglio voglia.
    Non dubito che in versione live siate meglio, ma purtroppo non ho recensito un vostro lavoro dal vivo.
    Per ogni cosa, potete contattarmi via mail:
    zvekkiz@gmail.com

    Ciao
    Andrea

    RispondiElimina
  4. Ciao,
    hai mai visto un loro concerto?
    E soprattutto...hai mai aperto un libro di grammatica?

    #finalmenteacazzo

    RispondiElimina
  5. Ciao Andrea,
    volevo sapere quale fosse la/le tua/e band/s?

    RispondiElimina
  6. Cosa c'entrano i libri di grammatica e le mie bands?
    Ribadisco, per qualsiasi cosa scrivetemi in privato, dato che stiamo uscendo dagli argomenti di cui si occupa ASAP.

    RispondiElimina
  7. Caro Andrea, ricorda che tutte la band vanno supportate. Sempre!
    Un lettore

    RispondiElimina
  8. Ciao Andrea. Qui Marco, bassista degli AIM.
    Innanzitutto piacere di conoscerti e grazie del tempo dedicatoci.
    Non sono un giornalista nè un letterato ma inizio col dirti che, per quanto mi riguarda, il termine "non band" è inaccettabile. Puoi ovviamente dire quello che vuoi sulla nostra musica e su quella proposta da qualunque altro gruppo, ma credo fermamente che ogni persona che formi un gruppo, si sbatta e sacrifichi tempo e fatica per creare qualcosa vada rispettata al massimo (ebbene sì, secondo me anche se quello che ha creato probabilmente fa cagare).
    Continuo col dirti che, nel nostro particolare caso, tutti noi ci abbiamo messo la faccia; io personalmente ho sacrificato la mia vita per suonare, lottando sempre per far rispettare la musica mia e degli altri (considera che lavoro da 15 anni fra locali, circoli, live club, negozi di strumenti musicali).
    Il rispetto della musica, soprattutto in quella indipendente, è tutto.
    Attenzione: io accetto la tua opinione sulla nostra musica e su questo non posso dire niente, ma mi sembra chiaro che quando parlavi di "non band" e "metterci la faccia" non ti riferissi al disco. Penso che di questo tu ne sia pienamente cosciente.
    Aggiungo, come avrai già intuito da alcuni commenti sopra, risentendo il disco oppure dando un occhio più attento al booklet, che noi non cantiamo "starci dentro", ma "da restarci dentro": il che direi che è ben diverso.
    Ti auguro tante belle cose e spero che un giorno recensirai un nostro concerto.
    PS: Naturalmente sabato questo sei invitato al nostro live in apertura ai The Zen Circus (ore 21.30 puntuale) di modo da poter apprezzare il nostro impegno.
    Rock on.

    RispondiElimina
  9. Ma perchè dovremmo scriverti in privato? Dai, mettiamoci la faccia e i coglioni! :-)

    RispondiElimina
  10. Caro Andrea,
    mi scuso sin dalla seconda riga se risulterò prolissa, poiché per delle parole come le tue solitamente non spendo proprio nemmeno il fiato, ma con te ho deciso di farlo.
    Poiché sai, in verità, non vedo proprio l’ora di rispondere a dei “non-recensori” e dei “mediocri” interlocutori, ahimè frequentissimi, come te. Ed uso le tue stesse parole per farti capire quello che, con estrema leggerezza e scarsità di contenuti musicali (e un pochino grammaticali), hai scritto. Non solo riguardo gli Aim ma in generale verso la musica, quella di cui ti fai fiero sostenitore (come tutti noi), scrittore, musicista e non so cos’altro.
    Sono una viva sostenitrice del pensiero libero e apprezzo, se così si può dire, la tua sfrontatezza. In questo caso totalmente fuori luogo.
    Dato che bisogna “metterci la faccia” mi chiamo Francesca sono un’ Architetta, creativa, appassionata di musica e mi spiace per te tenace sostenitrice degli Aim. Quando capita una compagna di tour, e di concerti credo di averne visti tanti quante le volte che hanno suonato da qui a 4 anni.
    La tua, diciamolo, non è una recensione. E’ una sega (mentale) mal riuscita su di un gruppo e scusami per il “francesismo”. Peccato tu abbia scelto quello sbagliato, di gruppo. Ed è proprio per questo che trovo giusto rispondere a favore di una buona causa. E di chi scrive bene, a prescindere dal giudizio positivo o negativo (che va chiaramente a gusti) e rispettosamente.
    Una recensione dovrebbe servire al lettore (che si presume appassionato di musica o aspirante tale) a capire il disco, a capire la musica e conoscere i trascorsi della band. Non quello del “gusto” di chi scrive. Poiché non serve. Non è utile. A meno che tu non sia Lester Bangs.
    Dunque giudizi affrettati e, lasciamelo dire, un pochino cazzari che definiscono una band come gli Aim una “non-band” che fa “non-cose” che “non ci mette la faccia” che “sta nel mezzo” per poi contraddirti dicendo che “grazie a evidenti doti musicali e a una registrazione coi fiocchi sfornano un disco bello pieno ed efficacemente ascoltabile” per poi in ultimo (col botto) un totale NO SENSE “Insomma, Finalmente a casa è una partita di fine campionato tra squadre di metà classifica, dove giocano solamente riserve di lusso per poter essere messe sull’imminente finestra di mercato da subito.”…sarai con me che stai dicendo un mucchio di stronzate?
    Che quella “non-band”, se solo ti informassi come io ho fatto con te e la testata su cui scrivi dopo aver letto l’articolo, ha dato un sacco di energia positiva alla musica, spazio e opportunità a un mucchio di giovani band? Che ha calcato un sacco di palchi assieme a strepitose band della scena rock italiana e non; il cui cantante fa tutto quello che fa con famiglia e due figli? Che sono più di dieci anni che suonano insieme con la stessa formazione come se fosse il primo giorno? Cui due dei componenti hanno creato la prima etichetta discografica brianzola (territorio ostile da che mondo) la ViaAudioRecords attuale TambourineOut, prodotto dischi di Giuliano Dottori, Fabrizio Coppola, Grenouille, Les Enfants, Io?Drama e moltissimi altri? Che hanno creato l’ormai storico Arci Tambourine di Seregno, cui hanno diretto e dirigono le logistiche del Carroponte, di Parco Tittoni, e alla produzione di forse la maggior parte dei concerti indie-rock e party che vedi e frequenti nel milanese e direi che mi fermo qui perché è giusto. Perché dovresti informarti prima di emanare giudizi. Basta poco. Soprattutto se è la tua passione.
    Perché quella che hai criticato non è né una band né un disco.
    Ma una realtà.

    Qui una recensione degna di essere definita tale.
    Ma una proprio a caso tra le tante, amico.
    http://www.rockit.it/recensione/27455/aim-finalmente-a-casa

    Oh mi stai simpatico eh.

    Francesca

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Cara Francesca, in tutta onestà, questo Vs atteggiamento verso una persona che come tantissime altre fa una "valutazione"(recensione) personale del disco, lo trovo un atteggiamento alquanto fastidioso e un tantino arrogante (e ancheeee..un pò mafiosetto, và, te la butto lì!)...preciso che non conosco la persona che ha recensito, ma conosco il giro musicale della brianza e anche gli AIM, che ho visto dal vivo, non sono maluccio...ma appunto, ognuno è libero di dire la Sua e dare valutazioni del mondo o realtà che ci circonda in tutti i colori e sfumature che ciascuno di noi, in modo diverso, vede e interpreta ciò che lo circonda..ciao, Manuela

      Elimina
  11. Prima di tutto vorrei far chiarezza sugli errori grammaticali. Dove li vedete, scusate?
    Tra vari scambi di email può capitare una mancanza, qualche volta, no? Nessuna delle persone che scrive per ASAP lo fa per lavoro ed è una cosa accettabile qualche errore di pura ri-battitura. Io per esempio scrivo quasi tutto in pausa pranzo al lavoro e vi posso assicurare che non è una pausa pranzo da seduto.

    Vi siete offesi per il mio "Non-gruppo"? Bene, il disco non mi ha trasmesso nulla, e per me una band che non riesce a trasmettermi nulla è un "non-gruppo". Mi spiace ve la siate presa sul personale, però non mi sembra di aver vangato nelle vostre sfere private come persone o come realtà musicale. Non metto in dubbio che vi siate dati da fare alla grande per sostenere giovani gruppi emergenti e che tutti portiate avanti gli AIM avendo lavoro, famiglia, figli...lungi da me l'emettere giudizi su ciò. Se vi siete offesi e sentiti colpiti nell'orgoglio vi chiedo scusa, ma solo per questa ragione e non certo per fare passi indietro su ciò che pensi del vostro disco.

    Sul concetto di "musica indipendente" abbiamo molto da ragionare, dato che io non reputo la vostra una musica indipendente. Musica indipendente per me significa autoproduzione, non certo concerti con The Zen Circus.
    Se le me metafore calcistiche non vi piacciono non so cosa farci, ragazzi. Io uso i campi semantici con i quali sono cresciuto e non me ne discosterò certo perchè viene giudicato un "NO SENSE" la parte finale della mia recensione.

    "Che sono più di dieci anni che suonano insieme con la stessa formazione come se fosse il primo giorno?" non vuol dire nulla: ascolto gruppi che hanno fatto uscire un sette pollici split in tutta la loro carriera. Mi potete citare utte le strepitose band italiane che volete, ma per me "metterci la faccia" nella musica è ben altro e, riagganciandomi alla mia esortazione sul contattarmi in privato, penso non sia questo il luogo adatto, dato che si sta parlando di una mia recensione e non della mia Weltanschauung riguardo a musica, attitudine e sbattimenti a riguardo.

    Andrea

    RispondiElimina
  12. L'attenzione riservata alla recensione ci lusinga (e un po' ci sorprende).
    In qualità di "responsabile", se così si può definire il curatore di un blog, affido le recensioni dei dischi a collaboratori che pur non essendo giornalisti di professione ascoltano e recensiscono con attenzione, passione e ovviamente con opinioni personali, che è giusto che siano espresse. Andrea di certo le esprime con maggior coraggio di altri, e questa è una dote molto apprezzata.
    Fino a prova contraria il diritto di critica esiste, ed è pienamente legittimo. Così come è legittimo e sano uno scambio di opinioni, che deve rimanere in un binario lecito e non offensivo.
    Il fatto che un recensore esprima perplessità su alcuni passaggi di un disco, non significa non conoscere e non rispettare il lavoro (duro e prezioso nel caso degli AIM) di una band.
    Mi permetto una veloce digressione anche sul commento di Francesca: se ritieni meritevoli e "ben fatte" le recensioni di RockIt leggi quelle. Noi siamo una realtà piccola, con numeri lillipuziani a confronto, ma di cui andiamo molto fieri. Abbiamo dinamiche molto lontane da quelle del portale che hai citato; ne siamo contenti e se ci sono esempi da imitare ritengo possano e debbano essere certamente altri.

    roberto@asapfanzine.it

    RispondiElimina
  13. Ragazzi, va bene tutto ma non prendiamo come esempio di professionalità le recensioni di RockIt....... Per favore... Si rischia di esagerare nel verso opposto eh.

    Marco M.

    RispondiElimina
  14. Forse è meglio che le recensioni inizi a scriverle da seduto e non in pausa pranzo. Ti assicuro che pur avendola riletta più volte non ho capito. Il disco non ti piace ok e quindi? Di cosa stiamo parlando? Dei "non-gruppi"? Delle "non-cose"? Ma cosa significa? Come recensore tu dovresti scrivere per valutare, criticare, far riflettere su elementi musicali. Fermati a quello è non ti introdurre in terreni scomodi e scivolosi. Infatti ti spiego perché i toni si sono accessi. Scrivi che nelle proprie passioni bisogna sempre metterci la faccia, rimanere al centro. Carissimo, ti assicuro che gli Aim la faccia ce la mettono eccome, innanzitutto le trovi sulla copertina del disco e poi col loro modo di suonare, emozionare, far viaggiare chi li ascolta e coinvolgendo il pubblico. Dal vivo i tre urlano moooooolto di più, fidati.
    Con questo ti saluto, ritenta la prossima magari sarà più chiara e meno contraddittoria.

    Sara

    RispondiElimina
  15. Tutta la mia non-stima per questa non-recensione.
    Se non hai la minima idea di cosa voglia dire prendere in mano uno strumento evita di fare questo lavoro ma soprattutto chi ti ha permesso di pubblicare quello che hai scritto forse avrebbe dovuto rileggere (dando per scontato che sia stato letto prima di essere pubblicato) un po' più attentamente ciò che è stato scritto e ancor di più ciò che non-è stato scritto.
    Vai a qualche concerto serio ogni tanto, magari il tuo senso critico te ne sarà grato!

    Un tuo non-fan

    RispondiElimina
  16. Il testo è stato riletto da ben due persone oltre l'autore (io mi sono occupato dell'editing) e da tutti è stato ritenuto coerente con ciò che pubblichiamo di solito. A volte una provocazione ci sta. O preferite che si parli sempre bene di tutti?

    Marco M.

    RispondiElimina
  17. Beh perchè per recensire un disco ora bisogna essere musicisti per forza? Ma in che mondo vivete ragazzi?
    Ai concerti ci vado, caro non-fan, non ti preoccupare; ma la discriminante ora è: qual è un concerto e quale no? Quello di un gruppo seguito da gente che accetta le critiche e risponde a tono oppure quello di un gruppo i cui fans, oltre ad aver frainteso una mia provocazione (cosa per la quale ho già chiesto scusa), continuano ad insultarmi sul piano personale?
    Giudicate voi.

    Andrea

    RispondiElimina
  18. Caro non-fan, ora bisogna per forza essere musicisti per scrivere una recensione?
    Dai consigliami tu dei concerti non-non-seri, a questo punto.

    Andrea

    RispondiElimina
  19. Questa aggressività è proprio esilarante.. tanto qquanto ridicola. Non ho mai visto band ridursi a tali azioni.. ci avete smenato voi, mentre Andrea ne esce come l'unico educato... non ti conosco, ma vorrei!

    RispondiElimina
  20. Non posso impallidire perché sono di colore.
    Come si fa a rispondere così ad una recensione?
    Peccato, davvero la cosa imbarazzante sono le fidanzate, i cugini e i vicini di casa che hanno sostenuto l'attacco. A me il disco piace, così come la recensione. Complimenti agli AIM e ad Andrea per avere scritto quello che pensa.

    RispondiElimina