Premettendo che nessuno vuole giudicare a priori, ovvero senza aver ascoltato le canzoni, trovo parecchio deludente il cast di Sanremo 2014 annunciato mercoledì da Fabio Fazio. Avevano promesso un festival all’insegna della contemporaneità, stando ai nomi invece ci troveremo di fronte al solito polpettone desueto e solo apparentemente rinnovato, un premio per amici e “vicini di casa” più che una vetrina per quello che dovrebbe essere il meglio della musica italiana.
Se i senatori, campioni di partecipazione, saranno assenti dalla kermesse (su Raiuno dal 18 al 22 febbraio 2014) i volti noti e gli ex vincitori non mancheranno. Ad iniziare da Ron (peraltro in vergognoso conflitto d’interessi, vista la sua chiamata nella commissione di AreaSanremo, il concorso che sceglie due giovani da portare all’Ariston, insieme a Omar Pedrini e Dargen D’Amico) e da Francesco Renga, entrambi alla ricerca di un rilancio che parta dal palcoscenico più ambito della tv; non è un nome “contemporaneo” nemmeno quello di Antonella Ruggiero, che all’Ariston già trent’anni fa cantò con i Matia Bazar le sue “Vacanze romane”.
Fazio aveva anche rassicurato di non voler sentir parlare di talent: benissimo, ecco servite le ex X-Factor Noemi (che è anche appena stata giudice e coach a The Voice) e Giusi Ferreri che speriamo abbia almeno abbandonato le scopiazzature di Amy Winehouse.
Ci sarà anche Francesco Sarcina, ex leader delle Vibrazioni: anche in questo caso una scelta non casuale, cara a Mauro Pagani (faro della commissione artistica), nel cui studio, le Officine meccaniche di Milano, Sarcina&co hanno lavorato per ben dieci mesi proprio per registrare un disco, poi intitolato senza la minima fantasia proprio “Officine meccaniche”.
Il sonnolento pubblico di RaiUno, se resisterà per ben cinque sere davanti alla tv, potrà vantarsi di conoscere anche Giuliano Palma, un buon compromesso tra pop e ricerca musicale, o gli indies Perturbazione, la cui scelta mi sembra quanto di meno attento ci possa essere, visto il loro ultimo disco “MusicaX” passato in assoluto silenzio, nonostante la furbetta scelta di inseguire sonorità elettroniche più affini al trend del momento. Riguardo ai Perturbazione vorrei anche dire che hanno prodotto troppe band piemontesi, con dischi fotocopia di cui peraltro non resta traccia alcuna.
Il miracolato Riccardo Sinigallia (ex Tiromancino) avrà pur doti compositive meravigliose, ma fare dischi ogni tanto potrebbe essere utile se si fa il musicista… Fortunatamente sulle orecchie collettive nessuno può intervenire e l’effetto oblio è sempre dietro l’angolo.
Ecco poi l’immancabile “figlio di…” Cristiano De André, reduce da un bel disco che però non ha fatto breccia.
Finalmente un nome gradevole, quello di Arisa, arrivata da SanremoLab e lo scorso anno ad un passo dalla vittoria (anche qui il nuovo è di casa comunque). Interessante duetto tra Raphael Gualazz e i Bloody Beetroots, che per chi non li conoscesse sono esponenti della musica elettronica, graditi agli under 30. Per ampliare i generi proposti sembra incoraggiante anche il nome del rapper Frankie Hi-Nrg, che però non incarna certo la scena tanto seguita dai giovanissimi.
Concludiamo con Renzo Rubino, a Sanremo giovani l’anno scorso, è stato promosso da Fazio&C tra i big, visto che un tiramisù non si nega a nessuno.
Il quadro si completa con le Nuove Proposte annunciate nei giorni scorsi, fra le quali spiccano nomi già conosciuti come Filippo Graziani figlio del compianto Ivan (De Andrè junior evidentemente non era sufficiente), il bravo indie The Niro e il ligure Zibba (forse più bravo di molti big, ma la cui origine savonese – come Fazio – pare non casuale, come fu lo scorso anno la partecipazione di Annalisa, già dimenticata starlette di Cairo Monte Notte).
Concludendo, Fazio e i suoi proporranno un festival magari bello e di successo, ma ancora una volta hanno perso un’occasione per premiare il merito ed uscire da logiche di amicizia (peraltro chissà quanti altri legami e favori ci sono che non conosciamo). Il neonato Festival puzza già di marcio, ma tranquilli il pubblico non se ne accorgerà e continuerà ad applaudire. Roberto Conti
Faccio notare che il "vicini di casa" del titolo si riferisce ai vicini di Fazio... nessun novarese si senta coinvolto per carità
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