Gianluca Lo Presti, musicista e storico produttore
indipendente livornese, è alla base del progetto Nevica su quattropuntozero. I diari miserabili di Samuel Geremia Hoogan
(Disco Dada / Audioglobe) è il secondo atto del progetto. "Un disco
devastante", secondo il proprio autore. Con una gestazione dolorosa a tal
punto che probabilmente all'album seguirà una lunga pausa. Già dal titolo è
chiaro che si tratta di un disco molto personale. Uno sguardo allo specchio,
una crisi profonda d'identità, di scelte, futuro ed ego. Il tentativo adulto di
liberarsi di tutto per non esplodere, o per implodere insieme alla scrittura.
Un concept album piuttosto autobiografico, che ruota attorno alla figura di
Geremia Hoogan, un miserabile disgraziato pieno di umanità e di malinconia ma
con l'ardore di cercare ovunque la bellezza, nonostante tutte le difficoltà.
Per fortuna nei momenti peggiori saltano fuori i veri amici,
pronti a dare una mano. E nell'ambiente musicale Gianluca Lo Presti ha la
fortuna di avere amicizie molto valide. L'album vanta quindi la collaborazione
di nomi importanti della scena indipendente della fine degli anni '90 e dei
primi anni 2000. Alla batteria c'è Bruno Dorella, che è uno dei maestri
dell'indie italiano: chitarrista nei Ronin e contemporaneamente batterista
negli OvO e nei Bachi da pietra, oltre che fondatore dell'etichetta Bar la
muerte ed in pratica lo "scopritore" di Bugo. Poi c'è Umberto
Palazzo, quello del Santo niente, che nel brano La tossicità della felicità contribuisce con chitarre e voce. Alle
chitarre c'è Giuseppe Lo Bue, direttore artistico di Atmosphere, evento
bolognese molto apprezzato dagli estimatori del genere dark wave. E non bisogna
tralasciare Francesco "Fresco" Cellini: sedici anni fa suonò il
violoncello nell'album Hai paura del
buio? degli Afterhours, e qui collabora con l'arrangiamento di violoncelli di
Borderline. Fondamentale, poi,
Lorenzo Montanà, produttore, socio di Gianluca Lo Presti nell'etichetta Disco
Dada, che nell'album del collega si è dedicato ai sintetizzatori,
all'elettronica e al basso.
Ne consegue un disco dedicato alla crisi di mezza età della
generazione che divenne adulta sul finire degli anni '90. C 'è tanta esperienza,
messa a servizio di una storia allucinogena, da reparto psichiatrico. Il senso
di crisi ed impotenza è evidente in molti brani, in particolare La tossicità della felicità, e
l'elettronica è claustrofobica ed alienante già dal brano di apertura,
intitolato Promiscuità. La voce,
umanamente imperfetta, è spesso modificata tramite un forte ricorso
all'effettistica, ed è tenuta bassa nel mix. L'elettronica è in primo piano e
copre tutto, ma non importa, perché il messaggio di tensione ed inquietudine è
espresso così bene dalla musica da rendere praticamente superflui i testi. Fa eccezione
solo il secondo brano, Gli avanzi,
una sorta di scarno e distorto omaggio lo-fi a Morgan, del quale Lo Presti è
estimatore sia come musicista sia come produttore. Ma l'autore si ispira anche
a tanti altri personaggi accomunati dall'essere contemporaneamente musicisti e
produttori: Gianni Maroccolo, Giorgio Canali, Paolo Benvegnù e Manuel Agnelli. I diari miserabili di Samuel Geremia Hoogan
è quindi un album che riesce a superare il suo intento primario di liberazione
dal dolore e dal malessere, e riesce ad essere un album valido anche dal punto
di vista realizzativo. Non male per un disco nato per necessità, anche se,
bisogna ammetterlo, piacerà soltanto agli addetti ai lavori o ai nostalgici
dell'indie anni '90. Marco Maresca
Tracklist:
1. Promiscuità
2. Gli avanzi
4. Borderline
5. La vita che passa
6. Salmo 11
7. Incolume
8. La tossicità della felicità
9. Ailin
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