Ancora su Sub Pop, finalmente il nuovo Pissed Jeans. A quattro anni dall'ultima uscita, un non così carico Honeys, ma soprttuto a quasi dieci anni dal capolavoro King of Jeans, vero manifesto della band, ecco Why love now. Che non è una domanda ma un'affermazione, un'indicazione, un crogiolo di consigli. I Pissed Jeans sono i creatori di un suono autonomo, di un modo di fare musica, scrivere dischi, stare al mondo, unici nel brodo primordiale americano, che l'etichetta di Seatlle ha sin da subito saputo valorizzare al massimo. Grazie a loro ma anche seguendo in prima linea i recenti lavori di Goat e Sleater Kinney.
Il lavoro in sè è un vero e proprio missile di arroganza e rock'n'roll ma non di arroganza rock'n'roll: non ci si strafoga di orecchiabilità e non risulta nemmeno tanto rumoroso, no. Ma "Why love now" è un disco pesante e distaccatamente nevrotico. Canzoni come macigni nonostante i colori leggeri che ne fanno da sfondo, ritmi lenti nella stragrande maggioranza degli eventi ma ridondanti nella loro compatta arroganza. Ignorecream, che viene subito dopo la hittona coordinata da un dissacrante video The bar is low (ritmo cadenzato, voce subordinante), è fortemente ipnotica, quasi come l'incipit di Waiting on my horrible warning, un lungo lamento, intenso e menefreghista: ma cosa succede quando entrano gli effetti di tastiera, ragazzi? Non scherziamo. In Cold whip cream è obbligatorio trovarci Misfits e Cramps. Love without emotion rimarca la loro totale mancanza di voglia e predisposizione al dialogo qualora si tratti di sentimenti: nulla è dovuto e la sensazione di smarrimento è palpabile come nella lugubre Not even married, che chiude l'opera senza perdere frenesia e appetito. Worldwide marine asset financial analyst pare complicata ma alla fine risulta asettica e "hard to handle", davvero. Così come il tentennare alla Subhumans di Activia, che a tratti ci fa ricordare che stiamo ascoltando un disco Sub Pop, per la sua lentezza esaustiva ed eclettica.
I Pissed Jeans di Why love now riescono ad essere ancora più screanzati e malmostosi di quanto non lo fossero nei loro precedenti dischi. Lontani dalle sonorità Sub Pop, lontani dalle macchie e i nascondigli del punk, screanzati e lucidamente voraci. Un disco fondamentale per gli anni difficilissimi che stiamo vivendo. Senza tregua. Andrea Vecchio
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