2 marzo 2017

Dieci anni e non sentirli: Kama ritorna, e lo fa da Signore

Il primo disco solista Kama l’ha realizzato a trent’anni, il secondo a quaranta, e scherzandoci su afferma che a questo ritmo almeno per qualche decennio non si vedrà un suo greatest hits negli autogrill. Vien da chiedersi però, ascoltando questo Un Signore anch’io (con la S maiuscola, che ci tiene), cosa abbia portato Alessandro Camattini a star così tanto tempo lontano dalle scene, visto che l’album in questione si fa apprezzare in lungo e in largo per vari motivi.

Ha due anime la musica di Kama, ed a prevalere è quella allegra. Che sia con canzoni pop scanzonate e trascinanti come Superuomo o con brani più melodici e sognanti come Città paradiso poco importa, il risultato finisce per rimanere in testa facilmente sin dai primi ascolti e spesso ci si ritrova a canticchiare questa o quella parte del brano, anche quando qualche perplessità fa la sua comparsa. Qualche difetto qua e là infatti traspare, come in una Scegli me che perde d’efficacia a causa di un testo troppo ripetitivo, ma anche nei brani meno stilisticamente vari risaltano arrangiamenti curati in cui il piano la fa spesso da padrone. Caffè scorretto è da questo punto di vista la migliore del lotto, con un andamento mutevole che non inficia la sua immediatezza, ed è capace anche di far apparire una lieve sfumatura amarognola, che porta dritti dritti all’altra anima dell’album.
Già con l’iniziale Acqua si nota infatti che Kama non si accontenta di spandere allegria ad ogni nota, ed il singolo Sentirsi come Robert De Niro lo rimarca con forza, strizzando con autocompiacimento l’occhio all’airplay radiofonico con un ritornello pop trascinante dalle sfumature elettroniche. Ben di meglio fanno I veri padri non ci sono più, che sfodera un finale che colpisce per soluzioni melodiche e per un assolo di chitarra efficace nella sua semplicità, e soprattutto Lettera dal mio mulino, che parte con un’atmosfera malinconica per accumulare pathos col passare dei minuti: sentire Alessandro che canta “Voglio solo un attimo di quiete per favore/ che ho voglia di cambiare il mondo e muoio dal dolore” dona emozioni forti, di quelle che ti rimangono addosso a lungo.

In Un Signore anch’io non ci si inventa niente di nuovo, sia a livello di suoni che di testi, eppure tutto è fatto talmente bene che non si sente la necessità di trovarci per forza qualcosa di innovativo. Ben calibrato fra divertimento ed animo riflessivo Kama sfodera un album che è un piacere ascoltare, riuscendo senza effetti speciali ma con dell’ottimo artigianato a confezionare brani piacevoli e d’impatto. Stefano Ficagna

Tracklist:

1. Acqua
2. Caffè scorretto
3. Chi ritira le parole
4. Città paradiso
5. Sentirsi come Robert De Niro
6. I veri padri non ci sono più
7. Scegli me
8. Lettera dal mio mulino
9. Stupide creature
10. Superuomo
11. Un Signore anch'io

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