Il primo disco solista Kama l’ha
realizzato a trent’anni, il secondo a quaranta, e scherzandoci su afferma che a
questo ritmo almeno per qualche decennio non si vedrà un suo greatest hits
negli autogrill. Vien da chiedersi però, ascoltando questo Un Signore anch’io
(con la S maiuscola, che ci tiene), cosa abbia portato Alessandro Camattini a
star così tanto tempo lontano dalle scene, visto che l’album in questione si fa
apprezzare in lungo e in largo per vari motivi.
Ha due anime la musica di Kama,
ed a prevalere è quella allegra. Che sia con canzoni pop scanzonate e
trascinanti come Superuomo o con brani
più melodici e sognanti come Città
paradiso poco importa, il risultato finisce per rimanere in testa
facilmente sin dai primi ascolti e spesso ci si ritrova a canticchiare questa o
quella parte del brano, anche quando qualche perplessità fa la sua comparsa.
Qualche difetto qua e là infatti traspare, come in una Scegli me che perde d’efficacia a causa di un testo troppo
ripetitivo, ma anche nei brani meno stilisticamente vari risaltano
arrangiamenti curati in cui il piano la fa spesso da padrone. Caffè scorretto è da questo punto di
vista la migliore del lotto, con un andamento mutevole che non inficia la sua
immediatezza, ed è capace anche di far apparire una lieve sfumatura amarognola,
che porta dritti dritti all’altra anima dell’album.
Già con l’iniziale Acqua si nota infatti che Kama non si
accontenta di spandere allegria ad ogni nota, ed il singolo Sentirsi come Robert De Niro lo rimarca
con forza, strizzando con autocompiacimento l’occhio all’airplay radiofonico
con un ritornello pop trascinante dalle sfumature elettroniche. Ben di meglio
fanno I veri padri non ci sono più,
che sfodera un finale che colpisce per soluzioni melodiche e per un assolo di
chitarra efficace nella sua semplicità, e soprattutto Lettera dal mio mulino, che parte con un’atmosfera malinconica per
accumulare pathos col passare dei minuti: sentire Alessandro che canta “Voglio
solo un attimo di quiete per favore/ che ho voglia di cambiare il mondo e muoio
dal dolore” dona emozioni forti, di quelle che ti rimangono addosso a lungo.
In Un Signore anch’io non ci si
inventa niente di nuovo, sia a livello di suoni che di testi, eppure tutto è
fatto talmente bene che non si sente la necessità di trovarci per forza
qualcosa di innovativo. Ben calibrato fra divertimento ed animo riflessivo Kama
sfodera un album che è un piacere ascoltare, riuscendo senza effetti speciali
ma con dell’ottimo artigianato a confezionare brani piacevoli e d’impatto. Stefano Ficagna
Tracklist:
1. Acqua
2. Caffè scorretto
3. Chi ritira le parole
4. Città paradiso
5. Sentirsi come Robert De Niro
6. I veri padri non ci sono più
7. Scegli me
8. Lettera dal mio mulino
9. Stupide creature
10. Superuomo
11. Un Signore anch'io
Nessun commento:
Posta un commento