16 marzo 2017

Bergamo in salsa noise, il ritorno de Il Vuoto Elettrico

Ammetto che, a distanza di due anni dall’esordio, non ho particolari ricordi degli Il Vuoto Elettrico, se non la vaga reminescenza di una band che non mi aveva convinto del tutto. Traum arriva quindi come una buona occasione per rinfrescarmi la memoria e, al contempo, vedere qual è stata l’evoluzione del quintetto bergamasco.

La matrice noise del gruppo è rimasta intatta, e non poteva essere altrimenti, così come è rimasto come tratto caratteristico il cantato nervoso e spesso teatrale di Paolo Topa. Rispetto al passato quest’ultimo elemento sembra meglio amalgamato col resto, anche se la traccia In door che apre l’album è da questo punto di vista la meno riuscita del lotto: molto meglio l’alternarsi di urla e momenti di quiete apparente de La camera di specchi, o la narrazione nervosa de Il giardino dei segreti (meno convincente però a livello di testo). Anche a livello musicale si nota una maggiore varietà, e se Lame in soffitta rappresenta l’episodio più bizzarro nelle sue atmosfere fra Dinosaur Jr ed emo italico (il tutto introdotto da una breve invettiva vocale che lascia presagire tutt’altri sviluppi) anche il resto si difende alla grande: l’alternarsi di sonorità grezze nell’esplosiva Un bagno di vita, gli stop & go energici de La camera di specchi, la struttura incalzante e perfettamente orchestrata di Un pitone in sala d’aspetto, vero punto di congiunzione fra la furia calibrata degli strumenti e la verve recitativa di Paolo, tutti questi elementi fanno di Traum un album che si lascia ascoltare più che volentieri.
Non è tutt’oro quello che luccica però (ah, i cari vecchi modi di dire da anziano!), e qualche difetto si nasconde qua e là anche in questo secondo disco. Non convince innanzitutto Corridoio 41, poco energica musicalmente ed efficace solo a tratti vocalmente, ed anche Sotto il tavolo in cucina si dipana ritmicamente in maniera troppo ‘ordinata’ per riuscire a dare la stessa sensazione di potenza che si percepisce in quasi tutto il resto dell’album. Piccoli peccati che non pesano eccessivamente sul risultato finale, ma che lasciano spazio per ulteriori salti di qualità.

Traum non si inventa una formula innovativa per irretire l’ascoltatore, ma complice una personalità ben definita che già usciva a tratti dal precedente disco assesta qualche colpo bello potente e regge, pur con qualche caduta, fino al suono del gong. Una vittoria ai punti rimanendo in ambito pugilistico, che presuppone ad evoluzioni ancora più interessanti nel prossimo futuro per Il Vuoto Elettrico. Stefano Ficagna

Tracklist: 

1. In door
2. Corridoio 41
3. La camera di specchi
4. Lame in soffitta
5. Un bagno di vita
6. Il giardino dei segreti
7. Sotto il tavolo in ccina
8. Un pitone in sala d'aspetto
9. Out door

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