E questi
scellerati chi sono? Da dove arrivano? Ah, sono in sei e arrivano da Milano.
Esistono dal 2007 e hanno sinora all’attivo due album (Baro shero del 2011 e Vodka, polka & vina del 2014) e un EP Babbutzi orkestar del 2009. Sinceramente non ne avevo mai sentito parlare e sono
stati davvero una piacevole scoperta! Il terreno sul
quale opera la Babbutzi orkestar è quello minato della musica balcanica,
reinterpretata attraverso una miriade di influenze (dal surf al punk) che la band
riesce a fondere in un miscuglio divertentissimo e credibile.
Allora tutti in
pista a ballare al ritmo tarantiniano in salsa punk-metal di Bull beat e a saltare ancora più in alto
col bellissimo ragga-surf di Crash day,
dove si inserisce alla perfezione il rapper latino Francikario e il risultato
finale spacca! Dopo un salto nelle atmosfere più tipicamente balcaniche di Small size with surprise, si torna a
muovere selvaggiamente il culo al ritmo irresistibile di Caramella, con intermezzi che spaziano dal surf ai Litfiba
arabeggianti degli esordi. Da Gengis Khan
alla strumentale Walter mambo (con
Eusebio Martinelli alla tromba) è tutta un’esplosione di fiati, ritmo e
arrangiamenti variopinti che si intrecciano alla perfezione. E allora
continuiamo il viaggio ritornando a surfare su Pedro caravan e sul ritmo travolgente di La parada, con la voce teatrale di Manuel Ferreira a partecipare a
questa festa balcanica irresistibile. Chiudono Be bolschoi con un andamento da panzer e ricche variazioni e la
bellissima Boom bye dove la miscela
sa anche farti viaggiare con atmosfere sognanti. Ťzupèr è davvero un ottimo disco. Un
viaggio, con tante tinte noir, tra le feste balcaniche dei film di Kusturica e
l’anarchismo della patchanka della Mano negra. Tante
influenze tenute insieme in modo magistrale da tutti e sei i musicisti in un
disco coinvolgente e divertente come pochi. Totò Santino
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