La band si chiama Venus in furs proprio come la canzone dei Velvet underground. Non è alla sua prima uscita discografica. L'album si intitola Carnival ed esce per Phonarchia / Audioglobe. Si tratta di rock in italiano, con tutto ciò che questo può voler dire. E questo sta a significare, almeno negli intenti, tante cose da dire, magari anche urlate, e con un contesto sonoro degno di rappresentare ciò che la voce ha da dire.
Passiamo alla realizzazione. La voce è ruvida, ma di quelle proprio proprio grezze. Ed è lasciata allo sbaraglio, con accompagnamento davvero minimale, in Datemi fuoco, brano di apertura dell'album. Una scelta particolare, perché si rischia di odiarli da subito, questi Venus in furs. Però son coraggiosi, dai. Ti danno in pasto subito il loro lato più acerbo. Potrebbe anche finire che li prendi in simpatia. Poi iniziano anche a suonare, e sono belli violenti quindi possono piacere. Ad esempio mi ha colpito il brano Vieri perché descrive alcuni mali dell'animo da un punto di vista che potrebbe essere quello di uno juventino incazzato (categoria che solitamente tende a nascondere i propri mali piuttosto che portarli alla luce per curarli). Ottimi ritmi e padronanza dei pezzi in Dammi tempo e Battle, l'anima rock c'è e quindi la dimensione live viene sicuramente esaltata. Nazisti mi ha colpito per la rilettura della tematica. Da metà album in poi la piega dei brani è però molto diversa (tranne Semplifica, che è bella perché un po' in stile rock alternativo anni '90). Certo che il finale con Prisencolinensinainciusol rivisitata in chiave odierna è spassoso e rende simpatici questi Venus in furs. Una pecca: sicuramente troppa emulazione degli Zen circus, ma sarà la vicinanza geografica. Marco Maresca
Tracklist:
1. Datemi fuoco
2. Dammi tempo
3. Vieri
4. Battle
5. Nazisti
6. Anita così non vale
7. Semplifica
8. Ogni maledetta domenica
9. Giulio
10. San Valentino
11. Prisencolinensinaiciusol
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