L'apparente leggerezza dei Tre Allegri Ragazzi Morti ha il pregio raro di intercettare un pubblico intergenerazionale, che si amplia e si rinnova continuamente. Certamente la fan base si amplierà ancora di più ascoltando Inumani, luminoso disco in cui si mescolano il reggae, la cumbia, sonorità africane, ma in cui si registra anche un ritorno alle radici rock'n'roll, affinato dalla presenza di Adriano Viterbini, chitarrista prezioso sia nelle registrazioni sia nei live che in questi giorni fanno registrare già diversi sold out.
Inumani chiude una trilogia iniziata con Primitivi del futuro e proseguita con Nel giardino dei fantasmi, l'obiettivo, centrato, era esplorare le sonorità oltre il rock che aveva caratterizzato i primi indimenticabili lavori dei Tarm.
Nel nuovo disco, per la prima volta ci sono testi scritti da altri, nuovi protagonisti della scena indipendente: Vasco Brondi, Maria Antonietta, Pietro Alosi de Il Pan del Diavolo. Poi c'è anche Jovanotti, che canta in Persi nel telefono - brano ottimo - e nel primo singolo In questa grande città, la prima cumbia (la cumbia, per chi non lo sa, è una danza e un canto di origine colombiana). La collaborazione di Lorenzo ha suscitato diverse critiche, in molti l'hanno presa come uno 'sporcare' l'indipendenza dei Tarm: personalmente non credo sia così, peraltro Cherubini aveva già collaborato in passato con la band di Davide Toffolo, invitandola ad aprire diversi concerti negli stadi.
Se della musica abbiamo detto molto bene, sui testi si potrebbe aprire una piccola parentesi negativa: i riferimenti a Milano, la capital benvestida, hanno un po' stufato. Capisco poi la necessità di mantenere un'atmosfera festosa, ma qualche stimolo lessicale in più sarebbe gradito e darebbe al disco un'aura un po' meno ammiccante. Comunque (cito) è vero che le canzoni sono fatte di parole ma la logica sta tutta dentro la musica.
Inumani mi piace molto, assai di più del troppo reggaeggiante Primitivi del futuro. Se l'adolescenza è una arma potensissima, i Tre allegri la padroneggiano alla perfezione e la sanno usare per colpire chi ascolta portandolo nel loro mondo senza tempo, fatto di topi che corrono e morene da baciare al ritmo di roc'n'roll. Roberto Conti
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