Dalla dedizione di La Tempesta dischi e dalla cultura di Emidio Clementi ecco a voi il primo album di Sorge, un progetto nato da poco che propone, in una chiave a mio parere eccessivamente sibaritica, le opinioni, musicali e non, dall’artista piceno. La guerra di domani gioca troppo sulla difensiva per impressionare e Clementi sembra contratto, sembra aver smarrito temporaneamente la rabbia che aveva messo in Aspettando i Barbari, disco della reunion dei Massimo Volume.
È una cosa diversa, certamente, ma l’ascoltatore penso si aspetti quello. Le atmosfere lugubri, opprimenti e spettrali comunque la fanno ancora, per fortuna, da padrone: Il cerchio è un’attesa affamata, un’Odissea primordiale; Bar Destino è trascinante ed immaginifica; Accetto tutto, cantata nella sua interezza da Marco Caldera, è finalmente moderna, amorevole, rustica e frugale. Il progetto è sicuramente estroso, ma personalmente penso abbia allentato un po’ il mordente che caratterizzava i lavori di Clementi in generale, per dar spazio a vicissitudini artistiche ed elettroniche alle volte pleonastiche. Canzoni come Hancock ’96 non riescono infatti a lasciare il segno, risultando più attaccate alla sperimentazione che alle parole scandite con la solita severità e sapienza di sempre. Ma è una cosa diversa, lo so. I romanzi sono fatti così, non riescono ad essere sempre gli stessi nemmeno dopo innumerevoli riletture. Andrea Vecchio
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