23 marzo 2016

Cumbo, un atipico esordio cantautorale a quarant'anni ed oltre

Stefano Cumbo ha iniziato a comporre canzoni quando aveva più di quarant'anni. Il suo primo disco, intitolato semplicemente Cumbo, è uscito qualche tempo fa per Pagina 3 / FarmStudioFactory, con distribuzione Audioglobe. Si tratta di cantautorato italiano nel senso convenzionale del termine, con atmosfere raffinate e soluzioni ritmiche non scontate.

E' difficile recensire questo disco, anche perché c'è tutta una storia personale dietro. Una storia di sopravvivenza in tempi di crisi. Una storia di partecipazione, di sensibilizzazione. Una di quelle storie di persone che cercano comunque di rendere più belli i tempi e i luoghi in cui vivono. C'è quindi tutta una filosofia con la quale ci troviamo completamente concordi e coerenti. C'è però poi il discorso musicale. Il disco è strutturato e suonato molto bene, ci sono arrangiamenti raffinati, ci sono strumenti anche inconsueti per la scena attuale, quali il sax, la viola, il violino.  Anche la voce di Cumbo ha il suo perché, in tutto il contesto. E' una di quelle voci molto personali e riconoscibili, un po' anticonvenzionale, sullo stile di Federico Fiumani (con qualche problema sulle esagerate allitterazioni come le "gl" pronunciate male nel brano Canzone per Angelo). Detto questo, non è facilissimo legare con i brani dell'album. Un po' per il songwriting inusuale (anche se La ruota spicca su tutte), un po' per la non eccessiva musicalità delle parole (la finale Visione forse meglio come testo di prosa che come testo di canzone). Ma quando si va incontro ai sogni non ci si ferma davanti a questi scogli e quindi avanti così. Marco Maresca

Tracklist:
1. L'amore ritrovato
2. Canzone per Angelo
3. I furbi
4. Quello che so
5. Gli arditi
6. La ruota
7. Emil
8. Una brezza di vento
9. Visioni

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