Umberto Maria Giardini ha suonato a Oleggio invitato dall’associazione
Free Tribe per la rassegna 'Diversi modi di narrare', un appuntamento inserito nella programmazione di “Un febbraio da non dimenticare”. Prima
del concerto abbiamo fatto quattro chiacchiere in un’intervista in cui ha
raccontato alcuni risvolti meno conosciuti della sua attività di musicista.
Protestantesima ha da poco vinto il premio “Best art vynil”
come migliore cover dell’anno, come è nata questa copertina così particolare?
L’ha realizzata Pasquale De Sensi, un grafico e illustratore calabrese. Mi fece
questa proposta che mi piacque molto. Ci siamo rincorsi per diverso tempo, fin
quando mi ha mostrato questo lavoro che mi ha molto emozionato: una tigre che
tiene la zampa sopra un teschio, circondata dalla luna piena su un cielo
marrone. Una visione molto particolare, psichedelica come il genere musicale a
cui sono più legato. Il teschio rappresenta un po’ la nostra coscienza, mentre
la tigre rappresenta un animale istintivo e violento. Queste immagini credo
possano dare molto bene il significato di Protestantesima.
Tra i crateri della luna c’è anche l’immagine di tuo figlio,
mentre sul retro di protestantesima c’è la foto di un volo di edredoni, anatre
islandesi piuttosto rare. Le tue copertine sono sempre state “particolari” – chiedo
mostrando tutta la discografia di Moltehni e UMG - come le scegli?
Le copertine vengono fuori dal mio gusto personale. Ho
sempre cercato di fare delle cose abbastanza originali e con un minimo di buon
gusto, che non deve essere necessariamente condiviso.
Qual è il tuo metodo di lavoro quando componi una canzone?
Ho un metodo preciso, parto sempre prima dalla musica,
lavorando molte ore in studio con volumi molto alti. Musicalmente sono
analfabeta, tutto quello che so fare sulla chitarra lo faccio in modo visivo,
lo memorizzo; ho anche sviluppato una sorta di orecchio assoluto. Quando
raggiungo un giro che mi piace, lavoro
poi a casa con la carta e con la penna, in maniera assolutamente tradizionale.
Lì lavoro chiudendo la lirica, legando le parole con la musica. Poi quando la
canzone ha una sua prima struttura lavoriamo ancora in saletta con la band al
completo.
Quali sono i tuoi riferimenti più immediati, cosa ti dà
ispirazione, ci sono elementi autobiografici?
Difficilmente trascrivo in musica i miei sentimenti, tutto
quello che canto è come se non mi riguardasse. Osservo e poi trascrivo le cose
che mi piacciono e quelle che non mi piacciono, quelle che mi affascinano e
quelle che mi fanno rabbrividire. Negli anni Ottanta facevo certi tipi di
ascolti che mi hanno aiutato molto: tutto quello che scrivo oggi è molto legato
alle esperienze che feci da ragazzo, negli anni ottanta, appunto. Essendo di
estrazione nordica, inoltre, la natura rappresenta per me qualcosa di molto
forte: sono un convinto non credente, la natura per me è Dio.
L’incomunicabilità degli esseri umani è un altro tema che mi ha sempre molto affascinato. La capacità dell’essere umano di fregare un altro essere umano mi ha sempre incuriosito, anche dal punto di vista sociologico. Per fortuna nella vita, invece, posso ritenermi molto fortunato.
L’incomunicabilità degli esseri umani è un altro tema che mi ha sempre molto affascinato. La capacità dell’essere umano di fregare un altro essere umano mi ha sempre incuriosito, anche dal punto di vista sociologico. Per fortuna nella vita, invece, posso ritenermi molto fortunato.
Ti domandi come il pubblico reagirà ascoltando le tue
canzoni? Ti senti “responsabile” verso i tuoi fan?
In tutta onestà non mi occupo delle reazioni del pubblico,
non per una forma di egoismo, ma perché cerco prima di tutto di piacere a me
stesso e di trovare una strada che mi porti ad essere soddisfatto di quello che
scrivo. Non sono nemmeno affezionato a brani del passato, sono molto proiettato
sul presente e su quello che scriverò in futuro. Mi rendo conto di avere una
microscopica responsabilità nei confronti delle persone che mi seguono e che mi
vogliono bene, che non finirò mai di ringraziare, ma credo che se non dovessi
esserci più in pochi sentirebbe la mia mancanza. I fan di UMG sono pochi, anche
se molto affezionati.
Come ricordi Francesco Virlinzi, il discografico che ti ha
lanciato, esistono ancora persone come lui?
Francesco Virlinzi per chi non lo conoscesse è un
discografico catanese scomparso nel 2001. E’ il discografico che ha scoperto
me, insieme a Carmen Consoli e a Mario Venuti. Ha lasciato un vuoto incolmabile
in Italia. Era un produttore discografico come ce ne sono pochissimi. Uno che
ancora ascoltava i demo che gli venivano inviati su cd e su cassetta, oltre ad
un grande appassionato e conoscitore di musica. A me successe così: gli spedì
un demo, mi ascoltò e mi telefonò mentre era negli Stati Uniti. Mi disse: “Quando
torno in Italia vorrei lavorare con te”, da lì è incominciato il percorso di Moltheni. Oggi tutto questo non succede più, è
impossibile che succeda... Ora è tutta una merda puzzolente, ciò che conta è la televisione, che ha inquinato le nostre coscienze. E’ tutto dettato dal denaro e dalla
cocaina, è tutto un bluff, ad iniziare dai talent e dai meccanismi che regolano parte della musica in Italia... Francesco Virlinzi era l’opposto di tutto questo. Se
non lo conoscete cercate informazione su di lui in internet. E’ una persona che
ha dato molto alla storia della musica italiana.
Alcune curiosità sulle tue canzoni: Seconda madre ha dei riferimenti al tema dell’amore
omosessuale?
No, non ne ha.
Cos’è il Nirvana che canti in Quasi Nirvana?
Il raggiungimento della perfezione, della quiete dell’anima e del corpo. Le immagini delle mie canzoni spesso sono più semplici di quello che sembra, chi ascolta spesso si fa in vano troppe domande.
Il raggiungimento della perfezione, della quiete dell’anima e del corpo. Le immagini delle mie canzoni spesso sono più semplici di quello che sembra, chi ascolta spesso si fa in vano troppe domande.
Le feci che diventano miele caldo che canti in Omega sono un’immagine
atipica dell’amore. Come nasce?
Un incastro di parole secondo me bellissimo, non ha niente di così scabroso. Dobbiamo sempre ricordarci che siamo esseri umani e anche abbastanza stupidi, c’è chi canta con rime perfette chi preferisce creare un immaginario differente.
Un incastro di parole secondo me bellissimo, non ha niente di così scabroso. Dobbiamo sempre ricordarci che siamo esseri umani e anche abbastanza stupidi, c’è chi canta con rime perfette chi preferisce creare un immaginario differente.
Qualche tempo fa hai pubblicato su Facebook un’immagine di
una statua a cui sanguinava il naso con scritto “Questa è l’Italia oggi”, siamo
davvero combinati così male?
Sì, siamo combinati molto male, anche se vogliono farci credere che siamo in ripresa, non credo che sia vero. Quella che viviamo è una calma apparente. Viaggiando molto osservo la situazione di tanti altri Paesi e la confronto con quella italiana, credo che stiamo vivendo degli anni molto bui che non sono assolutamente finiti.
Sì, siamo combinati molto male, anche se vogliono farci credere che siamo in ripresa, non credo che sia vero. Quella che viviamo è una calma apparente. Viaggiando molto osservo la situazione di tanti altri Paesi e la confronto con quella italiana, credo che stiamo vivendo degli anni molto bui che non sono assolutamente finiti.
A breve inizierai a lavorare ad un nuovo disco, qualche
anticipazione?
Credo che il nuovo lavoro uscirà a gennaio o febbraio. La musica avrà una evoluzione, una nuova sfaccettatura, un nuovo svoltare l’angolo come ogni tanto ho fatto. Mi piace proporre sempre una evoluzione sonora ad ogni nuovo lavoro. I temi delle canzoni invece resteranno più o meno gli stessi: natura, sesso, visioni della realtà in un mondo perfettamente laico dove la religione non esiste. Abbiamo già pronti alcuni brani, mi piace sperimentarne qualcuno dal vivo per cogliere le reazioni dei fan.
Credo che il nuovo lavoro uscirà a gennaio o febbraio. La musica avrà una evoluzione, una nuova sfaccettatura, un nuovo svoltare l’angolo come ogni tanto ho fatto. Mi piace proporre sempre una evoluzione sonora ad ogni nuovo lavoro. I temi delle canzoni invece resteranno più o meno gli stessi: natura, sesso, visioni della realtà in un mondo perfettamente laico dove la religione non esiste. Abbiamo già pronti alcuni brani, mi piace sperimentarne qualcuno dal vivo per cogliere le reazioni dei fan.
Intervista di Roberto Conti
Breve impressione sul concerto – UMG in solo lascia che sia la voce a conquistare il pubblico, tra brani di Protestantesima e soprattutto di
La dieta dell’imperatrice, c’è spazio per qualche canzone che non trova spazio
nel set elettrico come le particolarmente riuscite Discographia e Genesi e
mail. Tutto è anticristo e Regina della notte vengono molto molto bene anche
con questa nuova veste, ma è nel finale che arrivano le sorprese più gradite: E poi vienimi
a dire che questo amore non è grande come tutto il cielo sopra di noi e Verano,
dal repertorio di Moltheni. Sorpresa ancora più grande, un brano inedito (per
ora senza titolo) che pare sarà il prossimo singolo. Ascoltato una sola volta
mi è piaciuto e mi ha lasciato parecchia curiosità: lo ricordo come un misto tra gli Smiths e Cristiano Godano prima dell’andropausa.
Qui le foto
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