4 gennaio 2016

Muna, il nuovo disco in bilico fra rock e pop

Sospesa in volo è il nuovo album dei Muna, rock band romana nata attorno al progetto solista di Marco Bellone, vocalist del gruppo ed autore dei testi. Dopo un omonimo album d’esordio, ed un cambio sia di line up (Carlo Marzullo al basso e Francesco Faggi alla batteria sono le new entry) che di etichetta, le dieci tracce di questo nuovo disco cercano di portare a maturazione il percorso artistico già intrapreso, avvalendosi in cabina di regia del produttore Roberto Costa. Una scelta che appare strana se si pensa al background del personaggio, già al lavoro con Lucio Dalla e Luca Carboni, e forse la causa del difetto principale di Sospesa in volo: è un album rock che suona troppo pop.

L’album è fitto di elementi che rimandano ad un immaginario rock piuttosto classico che vede chitarra e voce in primo piano, sia per quanto riguarda gli arrangiamenti che a livello di volumi. Il vocalist Marco si prende particolarmente la scena, sfruttando però le sue qualità al di sotto delle potenzialità: una certa tendenza al vocalizzo esasperato che porta alla mente il classico Pelù (la partenza della title track è già esplicativa), unito a pochi sprazzi di personalità, rendono i dieci brani dipendenti da un elemento che spicca in primo piano senza avere la forza per reggere l’intero impianto. Un impianto che, a ben guardare, schricchiola anche in altri ambiti: gli arrangiamenti sono spesso troppo forzati, in cui cambi di tempo ed atmosfera male amalgamati (Sospesa in volo passa dalla bruma delle strofe a ritornelli che quasi sforano nel pop, Notte inizia e finisce come una ballad in cui viene incastrata a forza una parte centrale ritmata che rovina un pezzo senza invenzioni ma comunque piacevole) si alternano a brani che invece mancano del guizzo creativo che desti l’attenzione: Ospiti si trascina stancamente per i suoi quasi quattro minuti fra accelerate e rallentamenti, Santi e demoni mischia male distorsioni roboanti sfumate in sottofondo con arpeggi e riff dal suono troppo pop, Viaggio Astrale ha un ritmo troppo blando e suoni troppo scialbi per lasciare anche solo la minima sensazione di energia. Si salvano in questo contesto gli episodi in cui il ritmo si fa più sostenuto, Cannibale in particolare visto che è una delle poche tracce in cui il cantato si fa elemento coeso con gli strumenti e trascinante con la sua metrica, assieme alla conclusiva Aeroporto Falcone Borsellino (in cui funziona la dicotomia fra la parte iniziale tranquilla e quella nervosa finale) e ad una Muta in cui i cambi di tempo, dal sapore prog fin troppo citazionista, lasciano comunque piacevoli impressioni nelle orecchie dell’ascoltatore.
Sospesa in volo è un album che si arena in una via di mezzo, fra lo sfociare nel pop rock per le masse ed il cercare soluzioni che possano piacere a chi ascolta rock fin dagli anni 70: ne risulta un disco che non accontenta nessuno, prodotto in un modo che non riesce a far risaltare i suoni della band nella maniera che li avrebbe resi, se non originali, perlomeno una valida alternativa per chi cerca distorsioni sorrette da idee meno convenzionali della norma. Varie pecche negli arrangiamenti peggiorano il quadro globale, ma qualche buon elemento qua e là lascia presagire buoni sviluppi per una maturazione futura...ammesso che siano quelli su cui i Muna vorranno lavorare per il futuro. Stefano Ficagna

Tracklist:
1. Sospesa in volo
2. Viaggio astrale
3. Ospiti
4. Cannibale
5. Simbiotica essenza
6. Santi e demoni
7. Muta
8. Ti muoio dentro
9. Notte
10. Aeroporto Falcone Borsellino
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