Sospesa in volo è il nuovo album
dei Muna, rock band romana nata attorno al progetto solista di Marco Bellone,
vocalist del gruppo ed autore dei testi. Dopo un omonimo album d’esordio, ed un
cambio sia di line up (Carlo Marzullo al basso e Francesco Faggi alla batteria
sono le new entry) che di etichetta, le dieci tracce di questo nuovo disco
cercano di portare a maturazione il percorso artistico già intrapreso,
avvalendosi in cabina di regia del produttore Roberto Costa. Una scelta che
appare strana se si pensa al background del personaggio, già al lavoro con
Lucio Dalla e Luca Carboni, e forse la causa del difetto principale di Sospesa
in volo: è un album rock che suona troppo pop.
L’album è fitto di elementi che
rimandano ad un immaginario rock piuttosto classico che vede chitarra e voce in
primo piano, sia per quanto riguarda gli arrangiamenti che a livello di volumi.
Il vocalist Marco si prende particolarmente la scena, sfruttando però le sue
qualità al di sotto delle potenzialità: una certa tendenza al vocalizzo
esasperato che porta alla mente il classico Pelù (la partenza della title track
è già esplicativa), unito a pochi sprazzi di personalità, rendono i dieci brani
dipendenti da un elemento che spicca in primo piano senza avere la forza per
reggere l’intero impianto. Un impianto che, a ben guardare, schricchiola anche
in altri ambiti: gli arrangiamenti sono spesso troppo forzati, in cui cambi di
tempo ed atmosfera male amalgamati (Sospesa
in volo passa dalla bruma delle strofe a ritornelli che quasi sforano nel
pop, Notte inizia e finisce
come una ballad in cui viene incastrata a forza una parte centrale ritmata che
rovina un pezzo senza invenzioni ma comunque piacevole) si alternano a brani
che invece mancano del guizzo creativo che desti l’attenzione: Ospiti si trascina stancamente per i
suoi quasi quattro minuti fra accelerate e rallentamenti, Santi e demoni mischia male distorsioni roboanti sfumate in
sottofondo con arpeggi e riff dal suono troppo pop, Viaggio Astrale ha un ritmo troppo blando e suoni troppo scialbi
per lasciare anche solo la minima sensazione di energia. Si salvano in questo
contesto gli episodi in cui il ritmo si fa più sostenuto, Cannibale in particolare visto che è una delle poche tracce in cui
il cantato si fa elemento coeso con gli strumenti e trascinante con la sua
metrica, assieme alla conclusiva Aeroporto
Falcone Borsellino (in cui funziona la dicotomia fra la parte iniziale
tranquilla e quella nervosa finale) e ad una Muta in cui i cambi di tempo, dal sapore prog fin troppo
citazionista, lasciano comunque piacevoli impressioni nelle orecchie
dell’ascoltatore.
Sospesa in volo è un album che si
arena in una via di mezzo, fra lo sfociare nel pop rock per le masse ed il
cercare soluzioni che possano piacere a chi ascolta rock fin dagli anni 70: ne
risulta un disco che non accontenta nessuno, prodotto in un modo che non riesce
a far risaltare i suoni della band nella maniera che li avrebbe resi, se non
originali, perlomeno una valida alternativa per chi cerca distorsioni sorrette
da idee meno convenzionali della norma. Varie pecche negli arrangiamenti
peggiorano il quadro globale, ma qualche buon elemento qua e là lascia
presagire buoni sviluppi per una maturazione futura...ammesso che siano quelli
su cui i Muna vorranno lavorare per il futuro. Stefano Ficagna
Tracklist:
1. Sospesa in volo
2. Viaggio astrale
3. Ospiti
4. Cannibale
5. Simbiotica essenza
6. Santi e demoni
7. Muta
8. Ti muoio dentro
9. Notte
10. Aeroporto Falcone Borsellino
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