25 ottobre 2015

King Suffy generator, rock sperimentale condensato in ventisei minuti nell'album The fifth state

I King Suffy generator sono un progetto strumentale nato nel 2005 con all'attivo un EP e tre album, il più recente dei quali è intitolato The fifth state ed esce per I Dischi del Minollo. La copertina ed il titolo sono variazioni sulla celebre opera pittorica Il quarto stato di Pellizza da Volpedo, ad indicare il processo che ha portato l'essere umano da essere una forza motrice per il cambiamento della società a diventarne una vittima inerme.

Il nome della band fa tornare alla mente i Van der Graaf generator di Peter Hammill, celebri pionieri del rock progressivo. Le radici prog sono presenti nei brani dei King Suffy generator, che percorrono in modo circolare le strutture contenenti cambi di tempo e progressioni di accordi tipici del genere. Un misto tra gli anni '70 ed il post rock strumentale, in cui, ad esempio, l'iniziale Derailed dreams parte con un catalogo di suoni e una successione di accordi che riporta vagamente al Battisti di Il nostro caro angelo. Altri brani, come Relieve the burden preceduto da una sorta di introduzione oscura intitolata Rough souls, sanno di Mogwai degli ultimi tempi. Le ritmiche di chitarra strizzano un po' l'occhio alle band di derivazione grunge degli anni '90, come in We used to talk about emancipation. Ventisei minuti totali per un album che è più un EP che un disco completo. The fifth state è un album ben realizzato che però non spicca particolarmente per originalità. In un settore, quello della musica strumentale, in cui l'originalità è tutto. Marco Maresca



Tracklist:
1. Derailed dreams

2. Short-term vision
3. Rough souls
4. Relieve the burden
5. We used to talk about emancipation
6. Tomorrow shall we see

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