La label Maple Death non smette mai di stupirci, e dopo aver prodotto in un lasso di tempo brevissimo album prettamente legati alla scena punk e indipendente europea, si cimenta in un'altra prova di elevatissima caratura: fa uscire in formato cassetta un live dei Disappears, band di Chicago devota a ciò che più comunemente è denominato shoegaze e nella quale milita da ormai una manciata di anni il batterista di Cat Power e Sonic Youth Steve Shelley. E già sin qui la notizia è da prima pagina. Ma non basta. Cosa suonano, i Disappears, in questo live? Rifanno per intero “Low”, l’album di David Bowie.
Lo rifanno mantenendo la stessa scaletta dei brani e suonando il tutto all’interno del Museo di Arte Contemporanea della loro città natale, che a livello di cultura, arte e musica può essere sicuramente considerata tra le più importanti del nuovo mondo. Non è la prima live tape che i Disappears registrano, a dire il vero: nel 2011 uscì un loro “Live at Echo Canyon”. Ma il lavoro di cui stiamo parlando è davvero un gioiello. Atmosfera rarefatta, voci ovattate, attenzione maniacale ad ogni minimo particolare, sferzate malinconiche e poi, ovviamente, l’inno What in the world e l’onirica A new career in a new town. E non importa se, come il sottoscritto, non avete mai avuto un debole per David Bowie, perché questo non è un disco di David Bowie. È una tape, un nastro che gira e tu sei lì che speri non si rovini mai. Tra 1977 e 2015 sono passate delle intere ere musicali, ma i Disappears hanno il merito di far chiudere il cerchio, di schiavizzare letteralmente i nostri flussi di coscienza per far loro assaporare meglio il flashback che hanno deciso di far rivivere in questo “Low, live in Chicago” etichettato Maple Death Records. Andrea Vecchio
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