"Roberto Antoni è morto la mattina del 12 febbraio 2014
all'età di 59 anni, a seguito di una lunga malattia". La prima reazione è
stata quella di andare a verificare attentamente presso fonti attendibili. Non
si sa mai cosa aspettarsi da uno come lui. Magari intendeva dire qualcos'altro.
Magari si trattava di una "morte" artistica, per dedicarsi ad uno dei
tanti nuovi progetti che aveva in cantiere. Invece no. Freak Antoni se n'è
andato per davvero.
Per ricordarlo degnamente, poiché probabilmente avrebbe ritenuto
demenziale tutta la prevedibile onda di molesti interventi funebri su internet,
spenderemo solo alcune brevi parole con l'intento di focalizzare meglio la
caratteristica di Freak Antoni che ci riguarda più da vicino.
Freak Antoni è stato il più indie degli indie.
Il suo primo album con gli Skiantos, Inascoltable, registrato in una notte del '77 inventando la musica
sul momento, fu pubblicato solo su audiocassetta dall'etichetta indipendente
Harpo's bazaar, che poi diventò Italian records. Harpo's bazaar non era nemmeno
un'etichetta in senso stretto. Era una piccola cooperativa fondata da alcuni
studenti del DAMS di Bologna che proprio come Freak Antoni frequentavano le
lezioni dello scrittore Gianni Celati.
La musica degli Skiantos, così come quella del Confusional
quartet, altro interessantissimo esperimento bolognese, partì da quella piccola
realtà discografica indipendente e raggiunse il sottobosco artistico e musicale
dell'Italia intera.
Avanguardia, punk, musica demenziale, rock all'italiana: gli
Skiantos non sarebbero mai potuti essere nient'altro che indie, visti i
contenuti altamente sperimentali, la terminologia utilizzata, lo stile di vita
dei componenti della band. Non sarebbero mai potuti arrivare al grande pubblico
tramite i canali convenzionali, eppure in un certo senso ci sono arrivati.
Magari non direttamente, ma attraverso i loro eredi. Un nome su tutti: Elio e
le storie tese. Una volta le due band suonarono insieme e fu un'esperienza
folle, con tanto di natiche al vento, come testimonia questo video.
Freak Antoni era un uomo intelligente e colto, ben più di
quanto gli sarebbe servito per fare il musicista. Nonostante uno stile di vita totalmente
autolesionista, ha sempre mantenuto quella lucidità necessaria per scrivere gli
ironici testi dei suoi brani e anche una decina di libri, molti dei quali per
Feltrinelli. "Almeno il tumore mi ha fatto smettere di drogarmi", aveva
affermato negli ultimi tempi della malattia. D'altronde lui stesso considerava
un miracolo l'essere arrivato a cinquant'anni, dopo una dipendenza da eroina
iniziata già negli anni '70. Probabilmente non avrebbe mai pensato di sfiorare
la sessantina. Eppure aveva lasciato gli Skiantos nel 2012 non per gettare la
spugna ma perché era impegnato in tanti altri interessanti progetti, tra cui la
Freak Antoni band.
In ogni caso, dopo tanti anni trascorsi nel sottobosco delle
etichette indipendenti italiane, negli ultimi anni gli Skiantos erano riusciti
a combinare qualcosa di decente anche con le major. Parliamo di due album
notevoli quali Sogno improbabile, del
2005, e soprattutto Dio ci deve delle
spiegazioni, del 2009.
Per lasciare un ricordo recente di Freak Antoni, vi
mostriamo due videoclip risalenti all'epoca dell'ultimo album: Tu tremi e Merda d'artista.
Alla scena musicale italiana la figura di Roberto Antoni
mancherà tanto, ma siccome "non c'è
gusto in Italia ad essere intelligenti", ci vorrà un po' di tempo
prima che ci si renda conto di chi è venuto a mancare. Marco Maresca
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