A Volterra ci sono un ex-manicomio ed un carcere. Alcuni
giovani lavorano in queste strutture come musicoterapeuti ed insegnanti di
musica. Proprio da una di queste esperienze ai margini della società, sono nati
i Madaus. Certo, lavorare in un ex-manicomio o in una prigione è un'esperienza
forte, e quindi a volte riversare la follia in musica è utile per mantenersi in
equilibrio. Nasce così questo album d'esordio, autoprodotto, intitolato La macchina del tempo, che forse in quanto
ad attirare l'attenzione ha superato le aspettative iniziali.
Recensione in 10
parole: pianoforte e basso (è da un incontro magico ma studiato di questi
due strumenti che prendono forma i brani dell'album), sperimentale (l'utilizzo
della voce. Aurora Pacchi, oltre ad essere insegnante di canto moderno presso
vari istituti musicali, si occupa di percorsi sperimentali sulla voce e sul
corpo), TempO (brano divertentissimo, con un po' di giocoleria vocale sulla
parola "pipì"), 100 cani (brano d'apertura perfetto per
instradare l'ascoltatore sul modo di fare musica dei Madaus: una specie di
riassunto di tutto ciò che troveremo poi nell'album), ne sentiremo parlare (vittoria
del Premio Ciampi e segnalazioni importanti a Premio Tenco e Premio De André
mostrano che c'è attenzione nei loro confronti). Marco Maresca
Voto: ***
Tracklist:
1. 100 cani
2. Il profumo della notte
3. La macchina del tempo
5. Invitango
6. TempO
7. Pre-potente
8. Ti porto via
9. Io non so
10. Ombre cinesi
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