11 febbraio 2014

Madaus - La macchina del tempo - Rec. in 10 parole

A Volterra ci sono un ex-manicomio ed un carcere. Alcuni giovani lavorano in queste strutture come musicoterapeuti ed insegnanti di musica. Proprio da una di queste esperienze ai margini della società, sono nati i Madaus. Certo, lavorare in un ex-manicomio o in una prigione è un'esperienza forte, e quindi a volte riversare la follia in musica è utile per mantenersi in equilibrio. Nasce così questo album d'esordio, autoprodotto, intitolato La macchina del tempo, che forse in quanto ad attirare l'attenzione ha superato le aspettative iniziali.


Recensione in 10 parole: pianoforte e basso (è da un incontro magico ma studiato di questi due strumenti che prendono forma i brani dell'album), sperimentale (l'utilizzo della voce. Aurora Pacchi, oltre ad essere insegnante di canto moderno presso vari istituti musicali, si occupa di percorsi sperimentali sulla voce e sul corpo), TempO (brano divertentissimo, con un po' di giocoleria vocale sulla parola "pipì"), 100 cani (brano d'apertura perfetto per instradare l'ascoltatore sul modo di fare musica dei Madaus: una specie di riassunto di tutto ciò che troveremo poi nell'album), ne sentiremo parlare (vittoria del Premio Ciampi e segnalazioni importanti a Premio Tenco e Premio De André mostrano che c'è attenzione nei loro confronti). Marco Maresca

Voto: ***

Tracklist:
1. 100 cani
2. Il profumo della notte
3. La macchina del tempo
4. In nero e bianco
5. Invitango
6. TempO
7. Pre-potente
8. Ti porto via
9. Io non so

10. Ombre cinesi

Nessun commento:

Posta un commento