Il giallissimo (vedi copertina) disco di Fabrizio Frigo & the freezers si intitola Donsusai. "Il gruppo nasce come interprete ufficiale del cantautore surrealista francese Fabrizio Frigo, ritiratosi da oltre un decennio dalla scena internazionale, rivisitando i brani del Maestro in chiave electro-pop". Eeeh? Ecco una di quelle band che nel comunicato stampa tentano l'approccio brillantone. Funzionerà?
Un approccio del genere non dovrebbe funzionare a priori, a meno che dietro non ci sia parecchia sostanza (e in quel caso il comunicato non serve). Il fatto è che ci troviamo davanti ad un disco che punta tutto sui suoni da giustone (in tutti i pezzi), sulle allitterazioni (Il treno delle 3:00 a.m.) che piacciono tanto alle professoresse da Liceo, sulla semi-ballata di chiusura che tenta la disquisizione filosofica sui massimi sistemi (La noia, che comunque è un bel brano). Poi ormai la cassa in quarti (la strofa di Marty Ares più l'inizio di Crudo) è stata sdoganata quindi usiamola pure, che non è più roba da Gigi D'Agostino. Mettiamoci anche qualche frammento dubstep (in mezzo al brano Giulietta). Lo Stato sociale fa scuola a molti, con esiti alterni però. Detto ciò, comunque c'è soprattutto sui suoni un lavoro notevole. In particolare il ritornello del brano d'apertura, Expò Melò, si meriterebbe gente saltellante ai concerti. Poi va da sé che quando le potenzialità ci sono ma ci si gioca la carta dell'ammiccamento, gli esiti dipendono dalla disposizione d'animo di chi ascolta. Marco Maresca
Tracklist:
1. Expò Melò
2. Marty Ares
3. Stress mon amour
4. Il treno delle 3:00 a.m.
5. Giulietta
6. Lo spazio inutile
7. Generazione di fenomeni
8. Crudo
9. La coda
10. La noia
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