D'estate nel piacentino ci sono certi festival del liscio ai
quali va più gente che ai concerti di Vasco. In un contesto del genere non
poteva che venir su, fieramente, un gruppo come i Cani della biscia. Musica
popolare italiana nel senso più classico del termine: un'orchestrina del liscio
riadattata alla musica dei giorni nostri. Attitudine da mazurca con tempi un
po' accelerati, strumenti a metà tra il rock e il popolare, testi ispirati ed
ironicamente maliziosi. E come ospiti due concittadini illustri: Matteo Bensi
dell'Orchestra Bagutti, uno che a Piacenza quando sale sul palco fa il tutto
esaurito, e Manuel Bongiorni, meglio conosciuto come Musica per bambini, uno
che all'underground italiano dà moltissimo, da ormai quindici anni, pur
rimanendo decisamente fuori dalle logiche delle mode. La vita campagnola vista
da un agricoltore in Malinconia, un
dito mozzato durante il servizio militare in Adunata d'amor, l'emigrazione e il desiderio di posti esotici (ma
non troppo) in Mal d'Africa e Gazzola. E ancora: la storia di un
barbone con tanta dignità in Clochard.
I maliziosi giochi di parole a sfondo sessuale in Carino e Il mal della barbisa.
E, al di sopra di tutto, una collaborazione dialettale con Musica per bambini,
magnificamente riuscita, in Piròn al
vendicatuur, ottimamente scritta dallo stesso Manuel Bongiorni con toni che
mischiano la musica popolare con una sorta di hardcore ska. Una ricetta
piacentina per il cenone di Natale coi parenti, che dopo un po' straborda in un
coro da ubriachi, nel brano Buon Natale.
Una struggente ballata, 28 marzo,
sull'emozione di diventare papà, un pescatore che ha la malaugurata idea di
portare a pesca con sé la propria moglie in Vai
sulla diga (brano in cui entra in gioco Bensi dell'Orchestra Bagutti), ed
un finale letteralmente col botto, col suicidio per un amore non corrisposto,
nel brano Rosso di sera. Questi sono
i Cani della biscia: un'orchestrina che fa ballare nelle piazze ma che riesce a
strappare applausi scroscianti anche dal salotto di casa. Marco Maresca
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