I Dead Cat In A Bag furono,
qualche tempo fa, una piacevole scoperta. Non ricordo come mi arrivò fra le
mani il loro Late for a song, ma rammento bene l’atmosfera cupa, le influenze
musicali che passavano dal blues allo tzigano senza problemi, i testi profondi
di Luca Andriolo. E proprio la voce, nonché principale mente creativa, della
band torinese esordisce in solo col moniker di Swanz the lonely cat, decidendo
per questa sua fuga di omaggiare alcuni classici (e non ) della musica: il
titolo Covers on my bed, stones in my pillow, insomma, non è stato scelto per
caso.
Bob Dylan, Hank Williams, ma
anche Elvis ed i Joy Division: Swanz non si fa problemi ad omaggiare artisti
lontani fra loro, ed ancora meno se ne fa a stravolgere quei brani. Rimanendo
perlopiù su un registro scarno e minimale (l’iniziale Love me tender di Elvis Presley è un ottimo esempio, eterea e
rarefatta fra sussurri rochi e radi accordi di chitarra) l’album scorre
alternando blues e folk, ottimamente amalgamati nel traditional Wayfaring stranger grazie anche al
sapiente utilizzo, per quanto parsimonioso, di una sequela di strumenti che non
ha nulla da invidiare a quelli utilizzati col progetto principale. Bastano invece
solo chitarra, banjo ed un’improvvisata degli archi verso la fine a rendere Lovers di Tyla una ballad commovente,
ben diversa come atmosfere dalla tenue allegria evocata dalla chitarra di Peggy Sue got married, brano comunque
reso personale da Swanz rispetto all’originale di Buddy Holly.
Se tutto l’album mantiene un’impronta
di forte autorialità, aiutato in questo dalla voce cavernosa di Luca (va
ascoltata la conclusiva Cold cold heart di
Hank Williams anche solo per apprezzare l’efficacia della voce sui diversi
registri, oltre che per l’arrangiamento che la fa esplodere emozionalmente da
metà brano), sono comunque due gli episodi che spiccano fra tutti. The eternal dei Joy Division, trascinata
dal banjo, sa di polvere ed abbandono, e riesce nell’impresa di essere ancora
più intensa dell’originale con i suoi vaghi accenni messicaneggianti; All along the watchtower, immortale
brano di Dylan, la butta invece sulla ricchezza dell’arrangiamento e sull’energia,
con riverberi epici ed il rallentamento improvviso poco prima del finale che
culmina in un’impennata di nonsoqualestrumentoperchéhounorecchiodimerda ma che
suona tipo come il demonio che viene a prendervi per le chiappe trascinandovi
all’inferno: sensazionale è dire poco.
Un ottimo modo per ingannare l’attesa
del nuovo album dei Dead cat in a bag questo album solista di Swanz, che è
tanto un omaggio quanto uno sfoggio delle proprie capacità artistiche: se l’intento,
nel fare una cover, dovrebbe essere quello di farle proprie beh…Luca Andriolo
ci è riuscito alla grandissima. Stefano
Ficagna
Tracklist:
1. Love me tender (Elvis Presley)
2. Wayfaring stranger (traditional)
3. Peggy Sue got married (Buddy Holly)
4. The eternal (Joy Division)
5. All along the watchtower (Bob Dylan)
6. Lovers (Tyla)
7. Thoughless kind (John Cale)
8. A mother's last words to her son (Washington Phillips)
9. For the good times (Kris Kristofferson)
10. Cold cold heart (Hank Williams)
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