C'era una volta in Romagna una
band sperimentatrice e fuori dai composti binari musicali (Collettivo Ginsberg)
che un giorno mandò alcuni dei suoi ricercatori di musica, cultura e arte varia
a spasso tra le colline dei ricordi da cui fece ritorno la Mr. Zombie Orchestra
con un baule pieno di musica da recuperare.
Ecco, C'era una volta in
Romagna è il loro album ricco di storia e d'amore per la propria terra. Le
origini di ogni cosa. E in questo caso, Forlì-Cesena se possibile ne è ancor
più il fulcro.
Per quanto mi riguarda se ne
avessi il potere vorrei, come per i prodotti alimentari, un marchio DOP sull'Emilia-Romagna e la sua
popolazione coraggiosa, intraprendente e piena di risorse talentuose in ogni
settore. E manderei questi artisti in giro per il mondo come ambasciatori di
unicità.
A onor di cronaca, la Mr.
Zombie è formata da quattro artisti: Alberto Bazzoli (all'organo, ben noto
musicista appassionato del Collettivo), Riccardo Morandini (chitarra), Gabriele
Laghi (basso, già C.G.) e Eugenioprimo Saragoni (drums, anche lui C.G.).
Succede un po' come per certi
vecchi film da restaurare. Mr. Zombie ha recuperato questa musica, che spesso è
stata trattata male e poco considerata, con la creatività e l'estro che
accompagna i suoi componenti in ogni viaggio. Jazz, teatralità e sonorità
accarezzate da tastiere e chitarra elettrica riescono a dare al tutto sfumature
più rock.
Dietro a questa musica del
folklore romagnolo in realtà c'è molta professionalità e dedizione al proprio
pubblico e Mr. Zombie ha voluto ricordarlo a tutti parlando di “incredibili
orchestre, capitanate da grandi compositori e musicisti come Carlo Brighi,
Secondo Casadei, Ivano Nicolucci, Castellina-Pasi, si sono alternate per
cinquant’anni, facendo 35 concerti al mese per soddisfare il loro pubblico”
Iniziano con un Super
valzer. Si arrabbia qualcuno se dico che per un solo attimo a me hanno
fatto anche venire in mente The last waltz... fosse anche solo per associazione
di idee. C'è un amalgama di suoni che potevano venire in mente solo a quei
geniacci del C.G.
Si prosegue con Titti ..
e dai, mi piace questa chitarra rock messa lì su questo pezzo che evoca in me
ricordi sopiti e lasciati in Romagna tempo fa quando i miei portavano me e mio
fratello, bambini inconsapevoli, a trascorrere indimenticabili vacanze estive a
Riccione. Affiorano profumi, colori, sapori, tanta spensieratezza e genuinità.
Con Nuvolari Tazio Nuvolari sembra di vederlo volare sulla
pista. L'album è un susseguirsi di pezzi (tredici) rielaborati con amore. Da Tormento
che descrive una meravigliosa coreografia nell'immaginario a Scherzando col
sax che mi mette un sacco di buonumore. Mi inchino davanti al talento di
questi musicisti e alle loro capacità di rendere la musica anche immagine che
prende forma attraverso le note. In Edilio si sente nettamente la
presenza dell'estro C.G. A concludere l'album non poteva certo mancare Romagna
mia, in questa versione Mr. Zombie rielaborata e suonata splendidamente.
Questo disco, interamente
strumentale, è uno scossone alle anime, ai cuori, ai pensieri dimenticati. Un
inno alla cultura, al folklore per il quale esaltarsi e di cui andar fieri. La
riscoperta delle tradizioni, delle radici che accomunano e che riscaldano. La
ricerca continua...
Alessandra Terrone
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