Quattro anni dopo il controverso Tonight: Franz Ferdinand,
album che ha diviso critica e pubblico, il quartetto scozzese torna con
l’attesissimo Right thoughts, right words, right actions. Quarta fatica in
studio per Alex Kapranos e soci che confezionano un disco confezionato “ad hoc”
per chi è loro fan dai primi vagiti. Dieci pezzi racchiusi in 35 minuti in cui
emerge il vero sound dei FF: indie rock, post-punk alternato a ritmiche dance e
un pizzico di tastiere techno, una ricetta che è bastata per fare della band di
Glasgow gli alfieri del rock alternativo del 2000 assieme a gente come i primi
Coldplay, gli Strokes e i Killers.
La partenza del nuovo lavoro è affidata a Right action, una disco-rock killer con
un riff azzecatissimo: Tarantino non la disdegnerebbe per le colonne sonore dei
suoi film. Un urlo rocker apre Evil eye,
ennesimo omaggio futuristico ai Talking Heads con un Kapranos gigione al punto
giusto. Poi è il turno del singolo Love illumination,
che potremmo definire l’evoluzione naturale di canzoni divenuti marchi di
fabbrica dei FF come Take me out, This boy e You could have so much better.
Già dalle prime canzoni si capiscono le intenzioni dei “fab
four scozzesi del 2000”: no agli esperimenti e ad incursioni pericolose, sì alla carta vincente del loro sound new wave energico ed elegante. Ne sono un’ulteriore
dimostrazione il post-punk veloce di Bullet,
buona per il pogo ai concerti, e la ballabile Stand on the horizon, impreziosita da archi e synth e seria candidata
ad essere uno dei prossimi singoli tratti da quest’album.
Fresh strawberries è
la proiezione di Kinks e di Velvet Underground ai giorni nostri: ritmica
irresistibile e coretti che ricamano con delizia la voce di Kapranos che fa
sempre da padrone. Scorre via indifferente The
universe expanded, prima di giungere alla chiusura affidata a Brief encounters e Goodbye lovers and friends: la prima è aperta da tastiere molto
prog anni ’70 (sembrano tratte da un horror b-movie dei tempi!) e procede con
un piglio reggae ed è probabilmente il pezzo più coraggioso del disco; la
seconda è una danza tribale scandita da cori beatlesiani e da tastiere electro.
Si può dire che in questo modo i FF concludono quantomeno decorosamente, mentre
in Tonight e in You could have so much better gli ultimi pezzi avevano
lasciato un po’ a desiderare.
Riassumendo quanto detto, Right thoughts, right words, right actions è un album riuscito che sicuramente non lascerà delusi i seguaci
di Kapranos & co. Seducente e roboante, il quarto disco conferma che
difficilmente il quartetto di Glasgow sbaglia, anche se il loro sound
consolidato non prevede ulteriori evoluzioni. Questo potrebbe rivelarsi un
limite per il futuro, ma per ora godiamoceli così come sono. Marco Pagliari
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