28 agosto 2013

Ritorno al passato per i Franz Fardinand, Right thoughts, right words, right actions è un disco dalle ritmiche irresistibili

Quattro anni dopo il controverso Tonight: Franz Ferdinand, album che ha diviso critica e pubblico, il quartetto scozzese torna con l’attesissimo Right thoughts, right words, right actions. Quarta fatica in studio per Alex Kapranos e soci che confezionano un disco confezionato “ad hoc” per chi è loro fan dai primi vagiti. Dieci pezzi racchiusi in 35 minuti in cui emerge il vero sound dei FF: indie rock, post-punk alternato a ritmiche dance e un pizzico di tastiere techno, una ricetta che è bastata per fare della band di Glasgow gli alfieri del rock alternativo del 2000 assieme a gente come i primi Coldplay, gli Strokes e i Killers.
La partenza del nuovo lavoro è affidata a Right action, una disco-rock killer con un riff azzecatissimo: Tarantino non la disdegnerebbe per le colonne sonore dei suoi film. Un urlo rocker apre Evil eye, ennesimo omaggio futuristico ai Talking Heads con un Kapranos gigione al punto giusto. Poi è il turno del singolo Love illumination, che potremmo definire l’evoluzione naturale di canzoni divenuti marchi di fabbrica dei FF come Take me out, This boy e You could have so much better.
Già dalle prime canzoni si capiscono le intenzioni dei “fab four scozzesi del 2000”: no agli esperimenti e ad incursioni pericolose, sì alla carta vincente del loro sound new wave energico ed elegante. Ne sono un’ulteriore dimostrazione il post-punk veloce di Bullet, buona per il pogo ai concerti, e la ballabile Stand on the horizon, impreziosita da archi e synth e seria candidata ad essere uno dei prossimi singoli tratti da quest’album.
Fresh strawberries è la proiezione di Kinks e di Velvet Underground ai giorni nostri: ritmica irresistibile e coretti che ricamano con delizia la voce di Kapranos che fa sempre da padrone. Scorre via indifferente The universe expanded, prima di giungere alla chiusura affidata a Brief encounters e Goodbye lovers and friends: la prima è aperta da tastiere molto prog anni ’70 (sembrano tratte da un horror b-movie dei tempi!) e procede con un piglio reggae ed è probabilmente il pezzo più coraggioso del disco; la seconda è una danza tribale scandita da cori beatlesiani e da tastiere electro. Si può dire che in questo modo i FF concludono quantomeno decorosamente, mentre in Tonight e in You could have so much better gli ultimi pezzi avevano lasciato un po’ a desiderare.
Riassumendo quanto detto, Right thoughts, right words, right actions è un album riuscito che sicuramente non lascerà delusi i seguaci di Kapranos & co. Seducente e roboante, il quarto disco conferma che difficilmente il quartetto di Glasgow sbaglia, anche se il loro sound consolidato non prevede ulteriori evoluzioni. Questo potrebbe rivelarsi un limite per il futuro, ma per ora godiamoceli così come sono. Marco Pagliari

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