Titolo veramente punk per l’ultimo album della band di Brooklyn. Vecchia scuola sin dalle prime note e tantissime chitarre per questo Born to die in Suburbia, che con quattordici tracce ci riporta dritti dritti nella seconda metà dei ’70, quando il punk rock esplose in tutta la sua potenza nella Grande Mela. Canzoni corte e dirette, brucianti. Prendete i risvolti psicotici dei Cramps, i giri midwest di Screeching Weasel e Queers e un’attitudine totalmente ironico-disfattista: ecco i Night Birds. I quattro punk rockers amano propriamente definirsi “Morons”, per ciò che suonano e soprattutto per come lo suonano: non ci sono mezzi termini ed ogni istante musicale di Born to die in Suburbia viene portato allo stremo e suonato rabbiosamente, senza fare prigionieri.
Che suonino la veloce No spoilers o la surfeggiante Nazi gold, i Night Birds non si dimenticano mai di rappresentare ciò che al giorno d’oggi il punk rock può dare di meglio. Ascoltatevi Villa obscura e New Cults, per esempio: la pura matrice Misfits è sintetizzata e ridescritta in una nuova atmosfera fatta esclusivamente di eleganza, violenza e tensione. Lp su Grave Mistake Records, ovviamente. Grandi. Andrea Vecchio
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