30 giugno 2009

Live - Afterhours gran signori al Libra Festival di Sordevolo

Siamo stati fortunati sabato sera scorso ad avere gli Afterhours in quel di Sordevolo, per il Libra festival. La sera prima infatti la band aveva cancellato la data di Cuneo: il bassista Roberto Dell'Era ha la polmonite ed è in ospedale. Al suo posto ecco allora Gabriele Lazzarotti come degno sostituto. Il concerto inizia presto, verso le 22, con Manuel Agnelli al piano, avvolto in una sciarpina bianca che sembra più una coccarda.
Dopo un breve intro, il concerto parte elettrico con Il Paese è reale, il branco che la band ha presentato all'ultimo Sanremo che lo ha portato ad una rapida quanto immotivata eliminazione.
Il live è stato caratterizzato da continui saliscendi emozionali e da una prevalenza dei brani più recenti, tratti da I milansi ammazzano il sabato e da Ballate per piccole iene, che solo di tanto in tanto hanno lasciato spazio a brani più datati, comunque applauditissimi, come la ballad Non è per sempre, la sperimentale Milano circonvallazione esterna o la cinematografica Bay bay Bombay.
Io ho particolarmente apprezzato i brani estratti da Ballate per piccole iene: ad incominciare dalle ipnotiche La sottile linea bianca e Il sangue di Giuda, passando per la romantica Ci sono molti modi che Agnelli sembra sentire molto vicina a sè, fino Ballata per la mia piccola iena, durante la quale Manuel riceve 'in lancio' una maglietta del locale Le piccole iene di Romagnano Sesia, il cui nome ha tratto libera ispirazione dalla canzone.
Si prosegue poi senza sosta con lo stoner di Neppure carne da cannone per Dio ed E' solo febbre che riportano alle sonorità decise di I milanesi ammazzano il sabato.
La vedova bianca, accompagnata dall’ormai consueto battimani ritmico regala al concerto un altro momento di ottima suggestione. Ma questa sera sono i momenti più sommessi che sembrano rivelare la miglior forma di Manuel Agnelli che di tanto in tanto si mette al piano per sprazzi di improvvisazione, come la cover What a wonderful word, di Louis Armstrong, che la ruvida voce di Agnelli riesce paradossalmente a renbdere ancora più vellutata.
Nella parte conclusiva davvero bella Musa di nessuno e poi l'ultimo pezzo, l'unico che mi ha regalato davvero quella pelle doca che si respira solo ai concerti che si sentono davvero prorpi, quella Ci sono molti modi che fa urlare a squarcia gola il pubblico "lo sò che il mio amore è una patologia vorrei che mi uccidesse ora". Roberto Conti

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