Impronte sonore - Ri-percussioni sociali ***
Bel disco questo, multietnico, multirazziale. Impronte sonore come dice la presentazione dell’album, è saper chiedere al prossimo da dove viene, ma soprattutto dove vuole andare, per poterci andare insieme, all’unisono.
E così tra ritmi afro-cubani e tagiki, tanghi argentini e canti a cappella from Tunisia nasce questo interessante progetto del laboratorio sociale occupato e autogestito Burrida di Genova che si propone come uno spazio aperto di incontro e di scambio musicale.
Tra le tante tracce, consigliamo la numero 10, Via Prè (la via simbolo dell'immigrazione e del melting-pot multietnico a Genova) con la bella voce di Jennifer Villa e Marco Tosto (il ragazzo che ci ha fatto avere questo bel disco) alla chitarra. Marco Colombo

I Domus de Janas (che in sardo letteralmente significa case delle fate) sono una bella scoperta con il loro folk che definiscono “da stalla”, visto che questo disco è stato inciso appunto in una stalla della campagna veneta.
Il gruppo di Verona, nasce come duo, ma attualmente è composto da ben nove elementi tra chitarre, violino, violoncello, fiati e percussioni. Creano degli ottimi arrangiamenti per canzoni dai testi impegnati (anche politicamente). Una scelta da lodare nel panorama indipendente italiano più votato, negli ultimi tempi, a testi onirici e surreali.
Mi sono piaciute tutte e sette le canzoni del disco e il modo in cui i Domus De Janas mischiano diversi stili. La band rivendica l’identità meticcia tra nord, sud ed isole italiane per creare un patchwork sonoro di folk, rock e musiche orientali che strizza l'occhio anche alla tradizione cantautorale. Una buona occasione per sentirli dal vivo sarà il festival Balla coi cinghiali il 22 agosto a Bardineto... quando ci sarà anche la premiazione del nostro concorso letterario 'Provincia cronica'. Marco Colombo e Roberto Conti
Vetronova - Vetronova *
Questi tre amici della provincia di Varese suonano assieme da gennaio 2008 ma devo ammettere che l’ amalgama si sente. A leggere le loro influenze c'è da entrare in crisi visto che vanno dai Sonic Youth ai Sepultura, dai Mogwai ai Massimo Volume, dai Marlene Kuntz ai Radiohead. A me hanno ricordato sicuramente i primi Verdena e poi la loro musica concentra varie influenze post rock e indie. I suoni di chitarra mi sono piaciuti, grezzi è il termine più adatto, e anche il basso è bello potente. Amano molto i pezzi strumentali, rifacendosi appunto a diverse formazioni di loro ispirazione. Bella la cover dei Cure, Just like heaven sia per l’ arrangiamento sia per come viene suonata un po’ più dura dell'originale. Il pezzo migliore a mio avviso è la strumentale Odea per l’ impatto sonoro davvero bello, alla Cure direi. Come primo lavoro si tratta di un disco interessante. Marco Colombo

E' un disco piacevole, con ottimi arrangiamenti che rivestono una base di grande semplicità di corollari elettornici pop-fresh che donano ulteriore piacevolezza e grande orecchiabilità.
Dopo una vita passata dietro la batteria con gruppi come Ulan Bator, Jitterbugs e tantissimi altri, Matteo Dainese, altresì detto “Il Cane”, inizia a scrivere le sue canzoni e a cantarle. Metodo di danza, primo lavoro a nome Il Cane, è un album originale, che mescola elettronica e acustica con estrema eleganza. Registrato in piena ottica 'do it yourself', il disco vede tanti amici avvicendarsi al fianco di Matteo: tra questi Enrico Molteni di Tre allegri ragazzi morti, Ruggero Catania degli Africa Unite ed Enrico Librio degli Amari. Punti deboli del disco sono due: la lunghezza che incide sul piacere dell'ascolto e la voce nè virtuosa, nè particolarmente personale (l'ho trovata per certi versi simile a quella di Alberto Belgesto, un poco fortunato esperimento pop di qualche anno fa). Roberto Conti
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