Terzo album per la Piccola
Orchestra Karasciò, band bergamasca che fin dalle prime ore ha navigato sulle
acque del folk coniugando ritmo, allegria e venature pop. Qualcosa mi sfugge
non si discosta molto da questa formula rodata, ma se l’allegria musicale
rimane quasi inalterata è sul fronte dei testi che si scorgono riflessioni che,
con apparente ed affascinante dicotomia, fanno pensare senza per forza negarsi
la gioia della danza.
Qualcosa mi sfugge è un disco
molto vario. Lo è nell’alternare atmosfere intimistiche, come quella che
circonda Luna, a sfoghi ritmici ben
più solari (la title track, l’iniziale A
canzoni non si fan rivoluzioni e soprattutto Passa il treno), momenti pop più marcati come Il nodo e ballad acustiche come Tabula
rasa o la malinconica traccia conclusiva Briciole. Lo è anche nei testi, che meditano sulla tristezza in
maniera più massiccia di quanto non faccia intendere la musica: la triade
composta da Il nodo, Respira e Resisto è emblematica da questo punto di vista, e appoggiando le
parole a musiche notevolmente diverse riesce a trasmettere sia l’ansia di
quella condizione che la necessaria voglia di reagire. Anche quando parlano di
temi più generali e meno personali Paolo Piccoli (autore dei testi nonché voce
e chitarra acustica della band) si dimostra interessante e non banale con le
sue parole, e anche se le rivoluzioni da divano che canta in Telecommando non sono un tema nuovo su
cui soffermarsi in quest’epoca il modo in cui lo affronta è piacevole nella sua
ironia.
Se c’è qualcosa che, in questo
disco senz’altro bello e spontaneo, mi ha lasciato perplesso è la poca voglia
di osare. La Piccola Orchestra Karasciò cerca di ammorbidire per più orecchie
possibili la base folk da cui nasce la propria musica e ci riesce alla grande,
non prendendosi però quei rischi che, almeno per chi scrive, fanno la
differenza fra un buon album ed un disco che dice qualcosa di nuovo. Qualcosa
mi sfugge fila via liscio, divertendo e facendo riflettere (cose non da poco),
ma al termine del’ascolto mi sono portato dietro quelle riflessioni senza
troppa voglia di continuare gli ascolti. E’ un disco di genere, ottimamente confezionato (la lista dei musicisti che vi ha
partecipato è sterminata), ma che difficilmente riuscirà a far innamorare chi
non ama già quel tipo di atmosfere. Lode alla coerenza se non altro, meglio
essere per pochi e farlo con passione che non cercare di essere per tutti a
forza. Stefano Ficagna
Tracklist:
1. A canzoni non si fan rivoluzioni
2. Luna
3. Telecommando
4. Il nodo
5. Respira
6. Resisto
7. Qualcosa mi sfugge
8. Come mamma mi ha fatto
9. Tabula rasa
10. Passa il treno
11. Briciole
Nessun commento:
Posta un commento