24 dicembre 2017

Folk bergamasco con riflessioni: nuovo disco per la Piccola Orchestra Karasciò

Terzo album per la Piccola Orchestra Karasciò, band bergamasca che fin dalle prime ore ha navigato sulle acque del folk coniugando ritmo, allegria e venature pop. Qualcosa mi sfugge non si discosta molto da questa formula rodata, ma se l’allegria musicale rimane quasi inalterata è sul fronte dei testi che si scorgono riflessioni che, con apparente ed affascinante dicotomia, fanno pensare senza per forza negarsi la gioia della danza.

Qualcosa mi sfugge è un disco molto vario. Lo è nell’alternare atmosfere intimistiche, come quella che circonda Luna, a sfoghi ritmici ben più solari (la title track, l’iniziale A canzoni non si fan rivoluzioni e soprattutto Passa il treno), momenti pop più marcati come Il nodo e ballad acustiche come Tabula rasa o la malinconica traccia conclusiva Briciole. Lo è anche nei testi, che meditano sulla tristezza in maniera più massiccia di quanto non faccia intendere la musica: la triade composta da Il nodo, Respira e Resisto è emblematica da questo punto di vista, e appoggiando le parole a musiche notevolmente diverse riesce a trasmettere sia l’ansia di quella condizione che la necessaria voglia di reagire. Anche quando parlano di temi più generali e meno personali Paolo Piccoli (autore dei testi nonché voce e chitarra acustica della band) si dimostra interessante e non banale con le sue parole, e anche se le rivoluzioni da divano che canta in Telecommando non sono un tema nuovo su cui soffermarsi in quest’epoca il modo in cui lo affronta è piacevole nella sua ironia.

Se c’è qualcosa che, in questo disco senz’altro bello e spontaneo, mi ha lasciato perplesso è la poca voglia di osare. La Piccola Orchestra Karasciò cerca di ammorbidire per più orecchie possibili la base folk da cui nasce la propria musica e ci riesce alla grande, non prendendosi però quei rischi che, almeno per chi scrive, fanno la differenza fra un buon album ed un disco che dice qualcosa di nuovo. Qualcosa mi sfugge fila via liscio, divertendo e facendo riflettere (cose non da poco), ma al termine del’ascolto mi sono portato dietro quelle riflessioni senza troppa voglia di continuare gli ascolti. E’ un disco di genere, ottimamente  confezionato (la lista dei musicisti che vi ha partecipato è sterminata), ma che difficilmente riuscirà a far innamorare chi non ama già quel tipo di atmosfere. Lode alla coerenza se non altro, meglio essere per pochi e farlo con passione che non cercare di essere per tutti a forza. Stefano Ficagna  

Tracklist:

1. A canzoni non si fan rivoluzioni
2. Luna
3. Telecommando
4. Il nodo
5. Respira
6. Resisto
7. Qualcosa mi sfugge
8. Come mamma mi ha fatto
9. Tabula rasa
10. Passa il treno
11. Briciole

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