3 agosto 2017

Da Berlino torna Helmut con Our walls

Helmut, da Berlino, era venuto da noi per un esclusivo secret concert nel 2015, all'epoca di un suo album notevole intitolato Polymono. L'artista tedesco ci ha mandato in ascolto la sua nuova opera, intitolata Our walls, autoprodotta e disponibile in vari formati, tra cui doppio vinile come va di moda oggi.

Il nuovo disco è un invito all'ascolto di ciò che avviene dentro ognuno di noi. Un invito a prendere coscienza dei muri che ognuno di noi ha. All'interno del booklet non ci sono tante spiegazioni, non c'è alcun corredo accessorio, ma solo la dicitura "still not lovin walls". Sta poi a noi capire cosa si intende per muri. I muri a volte servono per proteggersi, altre volte costituiscono uno scomodo elemento di rigidità. Dà molto da pensare, il nuovo lavoro di Helmut. E' tutto molto circolare, ricorsivo, forse anche più del precedente album, ed effettivamente è frutto di una produzione affidata totalmente alla loop station. Molti elementi vocali e molte ritmiche delle canzoni sono mandati in loop e si ottiene un effetto ipnotico, quasi meditativo, che aiuta a scendere molto in profondità. I suoni sono spesso profondi e penetranti. Dopo circa tre minuti l'iniziale Silence suits you mostra dei bassi che ricordano la famosa Bad kingdom dei Moderat. L'impostazione è più da trance in alcuni brani, come Brush o la prima parte di Cleanse me, mentre altre volte Helmut lavora maggiormente con le ritmiche di chitarra, come nel brano Hunters, a volte giocando su un terreno che è quello dei Radiohead, come nel finale di Cleanse me e all'inizio di Fur. I brani che toccano le corde più profonde, e quindi i migliori dell'album, sono sicuramente l'iniziale Silence suits you e anche Pipe dreams. Non male la finale Carnivores and cannibals, che in un certo senso tira le somme di quanto ascoltato nel disco (alla fine c'è anche una piccola ghost track). Ma, a parte quanto detto finora sullo stile di Helmut, è importante prendersi una bella mezz'ora di distacco da tutto quanto e ascoltare questo Our walls dall'inizio alla fine, e rimanere in attesa di scoprire quali sensazioni suscita. Come detto, si tratta di un lavoro molto personale, e quindi può evocare sensazioni personali e singolari. Non ce ne sono molti di artisti che giocano su questa introspezione (introversione?) e forse in Germania da questo punto di vista va meglio che in Italia. Marco Maresca


Tracklist:
1. Silence suits you
2. Brush
3. Hunters
4. Pipe dreams
5. All you want
6. Cleanse me
7. Fur
8. Choke
9. Our walls
10. Carnivores and cannibals

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