Fòrte e gendìle non è l’esordio
sulla scena discografica di Lara Molino, ma è come se lo fosse. Legandosi
ancora di più alla sua terra d’origine eccola uscire con un album folk in
lingua abruzzese, coadiuvata da un nome non da poco come quel Michele Gazich di
cui da queste parti abbiamo già parlato approfonditamente. Un album diretto e
semplice, quasi esclusivamente la voce di Lara, la sua chitarra e viola e
violino di Michele, con qualche comparsata del padre poeta Michele Molino. Una
semplicità che è croce e delizia del disco.
Al di là del dialetto utilizzato
è nei testi che si percepisce l’idillio fra Lara e la sua terra. Che si tratti
di parlare della tradizione, ancora attiva da centinaia di anni, del fuoco di
San Tommaso (Lu fòche de San Tumasse)
o di emigranti d’altri tempi con la nostalgia di casa (L’emigrànde, tema decisamente attuale ancora oggi) l’artista lo fa
con la magia d’altri tempi, epoche passate che vengono evocate sia attraverso
credenze popolari (Mazzemarèlle parla
di bambini morti non battezzati che si trasformano in spiritelli birichini) sia
attraverso la storia, quella con la s minore che dà origine a personaggi come
il Pomponio dell’omonima canzone,
brigante senza scrupoli che arrivò a scrivere sulla corteccia di un albero la
scritta ‘per battere Pomponio ci vuole un gran demonio’. Un corollario
affascinante di personaggi e situazioni che sembrano originarsi da un mondo
ormai perduto (non per niente in Zì
Innàre lu pesciaròle Lara conclude rimpiangendo un tempo in cui la gente
era più buona e ci si accontentava di poco), servito però da un comparto
musicale fin troppo dimesso.
Fòrte e gendìle è tutto tranne
che un brutto album, ma c’è poco che colpisce davvero l’attenzione. Se una
certa varietà gli va riconosciuta (meritevoli sopra tutte la carica epica della
già citata Pomponio e la malinconia
di Scénne d’òre, musicata da Michele
Gazich) allo stesso tempo non riesco a trovare nel disco quegli elementi di
spicco che rendevano molto più enfatico, ad esempio, il disco dello stesso Michele
Gazich: la voce di Lara è, da titolo dell’album, forte e gentile ma senza
picchi particolari, la chitarra accompagna senza prodursi in guizzi, solo viola
e violino donano un po’ di colore ma non abbastanza da rendere il disco pregno
di un’aura magica che, per una produzione del genere, ritengo essenziale.
Per essere un esordio nell’ambito
della musica folk quello di Lara Molino è un buon inizio, ma manca di una
personalità autoriale vera che vada oltre la propria lingua e le proprie
tradizioni. Il tempo è dalla sua parte, staremo a vedere in che modo evolverà
lungo la carriera. Stefano Ficagna
Tracklist:
1. Lu foche de San Tumasse
2. Fòrte e gendìle
3. Mazzemarèlle
4. Scénne d'ore
5. L'emigrànde
6. Pomponio
7. Lu vecchie e lu quatràle
8. Zì Innàre lu pesciarole
9. Lu Sand'Andònie
10. Casche la lìve
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