26 agosto 2016

Iacopo Fedi & The Family Bones, l'esordio di una one man band da tenere d'occhio

Nonostante Over the nation rappresenti un disco d’esordio c’è da sottolineare che Iacopo Fedi, qui alla guida di un’illusiora band in realtà da lui solo formata (ha suonato tutti gli strumenti, esclusa la batteria in This hard war), ha già una carriera di autore e chitarrista piuttosto articolata: non stupisce quindi la maturità, sia vocale che di arrangiamenti, che si percepisce in ogni momento di questo disco, uscito ormai da qualche mese ma solo da poco passato in heavy rotation nelle mie orecchie.

Tom Waits, Springsteen, Pearl Jam, questi alcuni nomi che hanno ispirato l’artista marchigiano nel corso della sua carriera, e le diverse influenze lo hano portato a creare nove brani in cui si spazia brillantemente fra i generi. Alla leggerezza ariosa della traccia d’apertura My religious war si associa così l’andamento ondeggiante fra distorsioni decise e momenti più rilassati di This hard war, passando attraverso il folk rock dell’intensa Beg your pardon o le atmosfere lisergiche della brevissima Electro domino. In tutti i brani la cosa che più si fa notare è la voce di Iacopo, profonda e malleabile, tanto da permettersi piacevoli falsetti in quella Hold on che rappresenta probabilmente l’episodio migliore del disco e, contemporaneamente, quello dotato di maggior grinta ed originalità.
Il disco, pur non lesinando distorsioni, si adagia su ritmi perlopiù blandi senza per questo perdere d’intensità. True Confession è un buon esempio, trascinata da un riff che non cambia ma, coadiuvato dall’ingresso ben congeniato degli altri strumenti, si mantiene efficace fino alla fine, mentre convince meno la title track nel suo incidere da ballad forse troppo classica, chitarra acustica a dettare il ritmo ed elettrica a dipingere fraseggi dal sapore seventies: meglio a tal proposito The tent of meeting, con un tocco lisergico che la rende più appagante per l’orecchio e graziata da una prova vocale più efficace. Resta spazio ancora per i suoni grezzi e maggiormente cupi della conclusiva Sr Napoleon, in cui la tastiera si prende meritato spazio e crea melodie affascinanti: mi tornano in mente particolarmente qui i milanesi (anche se composti da elementi sparsi per tutto il globo) Kafka On The Shore, da cui Iacopo eredita involontariamente la propensione a spaziare fra i generi e con cui condivide una vocalità importante.

Un bel disco d’esordio questo Over the nation, in grado di amalgamare diverse influenze fino a ricavarne qualcosa di personale ed accattivante. Iacopo dimostra di essere un buon arrangiatore oltre che un ottimo chitarrista, ed è in possesso di una voce che non passa inosservata e che potrebbe essere il miglior biglietto da visita per il futuro. Sono molto curioso di vedere quali orizzonti sonori toccherà con l’avanzare della carriera, per ora non si può che applaudire. Stefano Ficagna

Tracklist:

1. My religious war
2. Over the nation
3. Beg your pardon
4. Hold on
5. Electro domino
6. True confession
7. This hard war
8. The tent of meeting
9. Sr Napoleon

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