Federer, un uomo, un mito. Ormai
tramontato, certo, ma ancora in grado di piazzare ogni tanto la zampata contro
il nuovo che avanza. I Miss Mog ne fanno un emblema scegliendolo per la
copertina del loro disco ed omaggiandolo, pur prendendolo solo a pretesto, nell’omonima
traccia, ma la domanda che spontaneamente rimbalza in testa come una pallina da
tennis è: anche il loro electro pop sarà imbattibile come re Roger?
A sentire alcuni brani verrebbe
da dire che sì, magari imbattibili no ma ben capaci di vincersi qualche torneo.
Che so, dei buoni Gasquet, che non è mica male e non si può vivere di soli
Djokovich, Nadal e Murray. Tracce come Venety
fair ad esempio, dove un testo alienante ed azzeccato ben si coniuga col
ritmo ossessivo di basso e drum machine, o come la seguente Pangea, in cui le aperture elettroniche
solari dei ritornelli coinvolgono al pari del ritmo in sottofondo. Primo set
vinto, un buon 6-3.
Che le corde della racchetta dei
Miss Mog non siano ben tese però lo si evince da qualche scivolone. Panchine divelte, ad esempio, cerca di
farsi forza di un testo ironico che colpisce solo a tratti e smorza l’effetto
piacevole creato dall’elettronica eighties delle strofe ed il sound simil
Empire Of The Sun dei ritornelli (dove il falsetto di Enrico convince però ben
poco). Anche Complesso B spreca un
bel potenziale, come un Fognini qualsiasi, lasciando che un buon beat ed un
testo che analizza in maniera divertente le manie elementari dei nostri anni
perdano fascino a causa di un ritornello in cui non convincono né il cantato né
la scelta di mantenere lo stesso ritmo. Qui i Miss Mog cedono al tie break, pausa
e si va al terzo set (scusate, non siamo al grande slam e si va al meglio dei
tre).
Qui, all’improvviso, il tracollo
che non ti aspetti. La causa? Pezzi come Faust,
electro pop raffinato ma privo di mordente, o della conclusiva Sulle punte, sfogo finale di una vena
danzereccia che, soprattutto associata ad una voce che ha ben poco da spartire
col dancefloor, sembra essere il lato meno convincente del trio. 6-2 per l’avversario,
onore delle armi ma avventura finita.
Il progetto veneto Miss Mog è
interessante, ma nonostante gli anni (con l’ingresso della voce la band è
attiva con l’attuale formazione dal 2010) sembra essere ancora perso in un
limbo di indecisione. Pochi brani convincono appieno, alcuni non convincono per
niente, gli altri vagano in una via di mezzo che soffre della varietà
stilistica che, nel caso specifico, fa perdere identità alla band. Per ora non
sono da slam, vedremo cosa ci riserva il futuro. Stefano Ficagna
Tracklist:
1. Un pomeriggio
2. Venety fair
3. Pangea
4. Faust
5. Federer
6. Panchine divelte
7. Complesso B
8. L'alibi
9. Meteoritmo
10. Razerology
11. Sulle punte
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