Royal bravada è
l'album d'esordio, autoprodotto, dell'omonima band. Fortemente influenzati dal
brit-pop e dall'indie rock degli anni 2000, i Royal bravada vogliono essere la
colonna sonora di una generazione giovane, travolgente, impulsiva, sregolata,
che ama ballare, cantare, ridere e piangere, non necessariamente in momenti
diversi.
Recensione in 10
parole: inglese (la lingua dei testi di tutte le canzoni), british (il
sound dell'album, in generale, con soltanto qualche piccolissima concessione
all'America), ritmi serrati (i battiti sono alti durante tutto il disco: c'è da
ballare e non ci si può fermare quasi mai), funky (il basso, che si diverte
tantissimo), Chemical brothers (non si rischia di esagerare nell'affermare che
la cover di Hey boy hey girl non sfigura
a confronto con l'originale e ne coglie benissimo lo spirito), maturità (c'è
già. La band sa benissimo che tipo di sound vuole e ha gestito in autonomia il
materiale pubblicato nell'album), internazionalità (il brano finale Mad dog difficilmente dà modo di capire
di essere stato partorito da una band italiana), diversificare (forse ci
vorrebbe in scaletta qualcosa che spezzi il ritmo. C'è Darkside backyards che rallenta un po', ma lo stile è comunque
sempre il medesimo degli altri brani). Marco
Maresca
Voto: ***
Tracklist:
1. Secrets
2. Drawing
circles
3. Thieves
friends
4. Round
the corner
5. Hold
fast
6. Black
bones
7. Darkside
backyards
8. The wolf
9. Hey boy
hey girl (The Chemical brothers cover)
10. Mad dog
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