18 novembre 2009

'Ascolti emergenti' di novembre

My awesome mixtape - How could a villege turn into a town *****
Inusuale, ballabile, primaverile. Con questi aggettivi descriverei Haw could a villege turn into a town, il nuovo disco dei bolognesi My awesome mixtape. La band da tempo viene accreditata come rivelazione e in Europa sembrano già essersi accorti di loro a dimostrare dal loro lungo e importante tour che ha toccato diversi Paesi e festival.
Il loro primo lavoro My lonely and sad waterloo li aveva caratterizzati per l'approccio fresco e spensierato, con quella hit danzereccia come Me and my washing machine impossibile da dimenticare, e furbamente riproposta anche in Haw could a villege turn into a town.
Ma questo disco ha moltissime altre frecce al proprio arco e segna una maturazione della band, giovanissima ma pienamente consapevole delle proprie potenzialità. Da un approccio "collettivistico" dove al frontman Maolo Torregiani si affiancavano di volta in volta amici e guest, la band ha assunto una struttura definitiva con Andrea Mancin, Alessandro Scagliarini, Federico Spadoni, Andrea Suriani. Ne hanno risentito in parte anche le sonorità, c'è più spazio per gli strumenti veri: archi, fiati, batterie, e un po' meno elettronica lo-fi. Il tutto senza perdere in freschezza e immediatezza, ma focalizzando l'attenzione sulle canzoni. Canzoni che fanno venire voglia di alzare il volume al massimo e di ballare, anche se i tanti buonissimi episodi del disco (My moon, Hearts to land di cui proponiamo il videoclip uscito in questi giorni in rotazione sulla home page di Asap, solo per citarne alcuni) non raggiungono per orecchiabilità Me and my washing machine, che resta il brano più rappresentativo di una band giovanissima ma su cui sarebbe bene scommettere. Roberto Conti


Torpedo - Terrastation ***/
Davvero interessante questo album della band Romana dei Torpedo. Mi hanno ricordato fin da subito i primi Subsonica, proponendo nelle loro sonorità un mix tra reggae e dub, con incursioni elettroniche e spruzzate classic punk, ma con un’originalità tutta loro molto interessante.
Anche i suoni sono ricercati e belli. Nell'album Terrastation ci sono anche importanti collaborazioni tra cui lo scrittore Stefano Benni, per esempio, che ha scritto il testo della bonus track La musica nel sangue, Papa Vaigo degli Africa Unite, e ancora Lee “Scratch” Perry, i newyorkesi Dujeous, i JunglaBeat, Sandokan e Sandro Travarelli della Banda Bassotti.
E’ sicuramente un lavoro che presenta molte sfaccettature ed influenze: tra i brani meglio riusciti troviamo il ritmo reggae di Alto voltaggio e i sentori ska di Sempre la stessa musica e Terrastation, più elettronica . Roma nun fa la stupida stasera è invece un omaggio della band ad una canzone storica di Claudio Villa. Marco Colombo

November 7 - Angel **
I November 7 una band formata da Anna Maria Cozza alla voce, dal polistrumentista Stèphane Geiger e dal drummer Gil Reber. Questo ep, registrato da Stephane Geiger, si apre con il brano Angel che dà appunto il nome anche all’ep: è una canzone dai richiami "quasi fotocopia" al pezzo dei Massive Attack.. guarda caso anche questo dal titolo Angel, alla faccia dell'originalità.
Mi è piaciuta subito la voce della cantante Anna Maria Cozza, ma questo gruppo propone un gothic metal che assomiglia troppo a cose già sentite e quindi nel complesso non hi ha entusiasmato particolarmente, nonostante sia ben suonato e ben prodotto. Tra le altre canzoni mi è piaciuta anche Falling down, con un bel piano e degli ottimi sinth, restando in attesa di un album tutto loro. Marco Colombo

Telespash - Forever togheter ***
Gli Aretini Telesplash ci catapultano nel classico sound anni 60 inglese, strizzando l’occhio anche al più moderno brit pop. Tra i pezzi meglio riusciti sicuramente Baby don’t go, fresca e che ti entra subito nella testa, che mi ha ricordato i fantastici sixties e i Beatles che amo davvero tanto.
Anche Cause it’s true è davvero un bel pezzo più vicino a sonorità moderne del new brit pop stile dei Blur. Suonato molto bene, è un album che nonostante strizzi l'occhio ai mitici anni 60 sicuramente potrà piacere anche ad un pubblico più giovane. Ancora una bella produzione dell’etichetta di Daniele Landi, la Foreas. Marco Colombo

La distanza - Tudine **
Nello space dei La Distanza vengono citate tra le influenze musicali, band che vanno dai Verdena ai Radiohead, dai Mogway ai Massive Attack, dai Sigur Ros ai Muse... ma appena è partito il primo brano Tudine a me sono venuti in mente solamente i nostri Verdena e sinceramente anche negli altri cinque brani la somiglianza si è dimostrata notevole, soprattutto nel cantato.
Il rock di questo quartetto pescarese purtroppo mi ha ricordato solo i tre più noti Bergamaschi, ma questo non è certo un difetto in senso assoluto essendo i Verdena un gruppo validissimo, tra i miei preferiti. I testi sono un poco poveri a mio parere... e tutti parlano di amori finiti male: Puoi anche sparire e Asja gli episodi più riusciti che meritano di essere citati all'interno dell'ep. Marco Colombo

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