Nella mia ideale classifica di
quanto un album può colpirmi c’è, prima di tutto, la possibilità che mi dica
qualcosa di nuovo, di mai fatto. Poi vengono gli album che mi dicono qualcosa
di nuovo, ma che probabilmente riprende qualcosa che è stato fatto e mi sono
perso per strada (mioddio, sapeste le lacune nonostante gli anni spesi ad
ascoltare musica). Poi vengono album come Cronache carsiche degli Unoauno, ovvero dischi
che mischiano dentro un sacco di roba che già conosco, ma lo fanno in una
maniera tanto personale e ce ne mettono dentro così tanta che non posso non
innamorarmene per partito preso. C’è dentro, o ce lo sento io, tanto dei CCCP,
un po’ di noise e post-hardcore anni 90, gli Offlaga, I Cani e probabilmente anche
qualcosa d’altro che ora non mi sovviene. La seconda volta che li ho ascoltati
ero un po’ fatto lo ammetto (questo è giornalismo signori, infatti scrivo
gratis), ma la prima no e manco le seguenti, innumerevoli volte che ho rifatto
partire il conto dei brani daccapo, quindi non c'è dubbio che li abbia adorati per meriti acquisiti sul campo.
Basso (tanto), batteria a volte
campionata ma spesso no, un po’ di synth per gradire ed una voce che quando
urla sgraziata sul finale di Giochi
esprime perfettamente il significato della parola URGENZA (e per dirlo io che
di quasi tutti gli emocore che cantano di merda mi sono stancato praticamente
subito…): non serve altro a quanto pare per registrare un ottimo album, a parte
la voglia di sperimentare e andare dove porta l’ispirazione. Può portarti
presso lidi apparentemente sereni, come quelli evocati da una Aleppo parte I che in realtà nasce da
una tragedia, per poi cominciare ad innervosirsi ed accumulare energia mentre
il cantato si storta e si incastra alla math rock col resto. Può accalappiare
con la potentissima semplicità del giro di basso dell’iniziale Dei, salvo poi buttarci dentro tanta di
quella distorsione che non fosse per il ritmo un po’ più tranquillo
sembrerebbero gli Zeus!. Può innervosirsi al parossismo come fa nel singolo Restare vivi, tipo gli At The Drive-In
che si scontrano con Lindo Ferretti che vomita immagini fregandosene di dargli un
senso e si calma (il cantato, perché basso e batteria fanno solo finta) solo
quando può salmodiare beato “conviene la figa di Mironte”. Può inaspettatamente
buttarci dentro del synth pop mischiato a suoni acidi in Carsica, un mix imprevisto fra I Cani che suonano coi Fine Before
You Came rubando il giro di basso ai Pixies, coniugandolo in diversa maniera in
Figlio e scomodando qui gli Offlaga
senza che sembri una bestemmia.
Avrei tanto altro da dire, anche
riguardo a Clausura (dal finale un po’
troppo dilatato ahimè, uno dei piccoli difetti del disco), ad Aleppo parte II, a quel gran pezzo di
canzone che è Giochi …ma poi vi tolgo
tutta la sorpresa. Forse non perfetti, ma necessari come una sorsata d’acqua
fresca nel deserto. Ascoltateli e ditemi un po’, il dibattito è aperto. Stefano Ficagna
Tracklist:
1. Dei
2. Restare vivi
3. Carsica
4. Aleppo parte I
5. Aleppo parte II
6. Figlio
7. Giochi
8. Clausura
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