30 novembre 2016

La Musica Per Adulti del nuovo album dei Moostroo: recensione più intervista

Parte con una chitarra che ricorda i Marta Sui Tubi il nuovo disco dei Moostroo, ma bastano pochi attimi perché basso e batteria portino a ritrovare i suoni già conosciuti ed apprezzati nell’omonimo disco d’esordio. Meteora, questo il brano iniziale, si fa manifesto di un album in cui il trio cerca di portare a maturazione quanto fatto in precedenza, tanto nelle novità quanto nei rimandi al passato: non per niente quella che suonano, in questo caso, è Musica Per Adulti.

Passato e futuro come si è detto, e ad ascoltare quella Oblio che già avevo potuto apprezzare live si può pensare che sia cambiato poco in questi due anni, non fosse per un testo tutto nuovo che si adagia sulla musica…e proprio i testi, più intimi ed emozionali, rappresentano uno dei cambiamenti più significativi. Dall’amore viscerale e “cannibale” dell’intensa Spolpami a quello ormai seppellito di Cadavere, brano capace di regalare momenti placidamente rarefatti come improvvise sferzate, dall’Ostinato amore lussurioso, su cui imperversano il basso a due corde di Francesco Pontiggia e la chitarra ospite di Giuseppe Falco de Le Capre A Sonagli, a quello che si compra ad ore nella cupa Sul ciglio, Dulco Mazzoleni canta di tutti i risvolti angelici ed infernali di un sentimento comune.
Anche la musica fa del suo meglio per creare atmosfere diverse, e se Regalami segue fin troppo tenuamente una poetica dichiarazione d’amore tocca ad Usura dare la scossa più forte all’album, grazie alla voce di Luca Barachetti (ex Bancale, ora nei Barachetti\Ruggeri) e ad una ritmica che accompagna mirabilmente la sua sferzante invettiva al denaro, non disdegnando nei suoni qualche accenno agli anni 80. Ad impreziosire sul finale il disco c’è poi Umore nero, brano già presente sull’album d’esordio ma qui spogliato della carica elettrica per acquisire nuova leggiadria grazie all’innesto del violoncello di Leonardo Gatti, riuscendo a coniugare mirabilmente la cupezza del testo alla soavità dei suoni.

Cambiano i Moostroo ma senza rinnegare le loro radici, facendo in modo che Musica Per Adulti rappresenti un’evoluzione e non un distacco verso altri lidi. Manca un po’ l’irriverenza di alcuni testi, ma dove la band perde in ironia e ferocia ne guadagna in poetica, impedendo quindi di uscire insoddisfatti dall’ascolto di questo secondo capitolo di una si spera lunga carriera. Stefano Ficagna

Tracklist:

1. Meteora
2. Spolpami
3. Regalami
4. Ostinato amore
5. Oblio
6. Cadavere
7. Usura
8. Sul ciglio
9. Lacci
10. Umore nero

Intervista ai Moostroo

Una breve chiacchierata con la band bergamasca prima della data di presentazione del nuovo disco, Musica Per Adulti, al Druso Circus di Bergamo.

Siete partiti fin dall’inizio con l’idea di dare al nuovo album uno sfondo tematico?

E’ nato prima il titolo del disco in realtà, su idea di Franz. Suoniamo da tanti anni insieme, e spesso raccogliamo delle suggestioni prematuramente in vista della realizzazione del disco che poi andremo a concepire: in questo caso abbiamo deciso fin da subito di intitolarlo Musica Per Adulti, visto che siamo padri tutti e tre e questo ci ha cambiato la vita dal punto esistenziale, in bene nonostante l’ovvia fatica, mettendoci di fronte ad una percezione di ciò che ci sta attorno diversa. Da un certo punto di vista, che può essere percepito come arrogante, pensiamo che ci sia un deserto a livello contenutistico nella musica italiana odierna, forse perché noi “anziani” ci siamo immessi in un ambiente perlopiù giovanile, e quindi Musica Per Adulti è anche una provocazione per invogliare a ragionare sul peso delle proprie parole nella musica, visto che come diceva qualcuno “le parole sono importanti”…si può vederla come una sorta di partigianeria, se quello che canti non ha significato tanto vale fare dei versi e basta.
Ci siamo poi accorti di quanto tutti i testi vertessero sulle relazioni sentimentali in una maniera molto ravvicinata, intima, diversamente dal primo disco in cui avevamo lo sguardo più centrato su ciò che ci stava attorno a livello ambientale. Abbiamo cercato la provincia dentro di noi  per così dire, e la musica per adulti rappresenta quindi anche uno sguardo più maturo verso le relazioni, in cui ci si crea paradossalmente più paranoie visto che ci si compromette maggiormente, arrivando ad un livello più viscerale ed emotivamente turbante dell’amore. L’amore è alla fine il vero tema del disco, visto da prospettive variegate sia nel bene che nel male.

Nel primo disco si era occupato Dulco della parte grafica, come mai avete deciso di cambiare e come siete arrivati a questa scelta per l’artwork?

Una delle cose principali che ci interessa per mantenere vivo questo progetto, al di là del legame d’amicizia fra di noi, è l’idea di rinnovarci di volta in volta, ed è stato quindi naturale distaccarci anche a livello estetico dall’album precedente, passando fra l’altro dal disegno alla fotografia…nel prossimo potremmo usare un collage! Abbiamo incontrato questo valido fotografo, Alessandro Villa, che è riuscito a cogliere l’anima del disco attraverso questo groviglio carnale ed allusivo. Volevo anche distaccarmi dal ruolo per evitare una centralità mia nel progetto, mi piace disegnare e l’ho fatto anche per i video de Le Capre A Sonagli ma quel che voglio per i Moostroo è che il progetto venga percepito pienamente come l’insieme di più persone. Igor in realtà era più per l’idea di “brandizzare” il cane che sta sulla cover del primo disco ma contando anche sul fatto che la regia di questo disco è principalmente di Franz, che ha tenuto le redini a livello produttivo, ha messo molto di suo negli arrangiamenti ed ha avuto sempre un’idea chiara di dove andare a parare, nel momento in cui lui ha proposto di usare una fotografia ci è sembrato giusto appoggiare l’idea. Andando a turno il prossimo disco sarà in mano ad Igor, e sono cazzi suoi ora!

In alcuni live del precedente tour vi avevo già sentito suonare Oblio, uno dei brani dell’album, in versione strumentale. E’ un vecchio brano a cui avete deciso di dare un testo o uno dei primi nati nel concepimento di Musica Per Adulti?

Abbiamo un archivio abbastanza nutrito di pezzi nati da un periodo molto creativo, sono tanti anni che suoniamo insieme e capita spesso improvvisando in sala prove che ci vengano idee che reputiamo interessanti e che teniamo quindi da parte. Tra questi c’era Oblio, un pezzo strumentale che già facevamo dal vivo perché ci piaceva un sacco, e quando abbiamo cominciato a decidere quali pezzi mettere nel disco abbiamo pensato che sarebbe stato bello inserirlo ma non in forma strumentale, essendo un disco di parole. E’ stato costruito un testo in funzione del contenitore insomma, possiamo dire che è quello più studiato a tavolino fra quelli del disco.

Mi incuriosiva anche Usura come brano, vista la particolarità della voce di Luca Barachetti come ospite.

Anche Usura è un testo, di Luca ovviamente, che si stende su di un canovaccio ritmico che già avevamo e abbiamo suonato in poche occasioni dal vivo. C’era un’ossatura che è stata poi adattata alle sue parole, molto importanti e che ci hanno colpito fin dal primo momento, ed Luca è stato molto bravo a scandire il tutto su questa base. E’ un brano che rientra nella nostra logica del voler trovare nuove prospettive, collaborare con Luca ci è stato molto utile da questo punto di vista ed abbiamo sempre apprezzato come scrive e la sua fisicità. E’ anche da particolari come questo che si vede quanto Musica Per Adulti sia un lavoro più collettivo rispetto al disco precedente, abbiamo voluto collaborare con altre realtà per non atrofizzarci su noi stessi e potenziare la creatività
.
La collaborazione nella scena bergamasca mi sembra una cosa molto sentita, in particolare nel vostro caso si è creata una forte sinergia con Le Capre A Sonagli.

Con i Jabberwocky, il nostro gruppo precedente, abbiamo avuto parecchie occasioni di collaborazione con altre realtà e ci siamo formati con quest’ottica di apertura, visto che l’unione fa la forza e collaborare aiuta a vedere cose che da solo non riusciresti a vedere. Le Capre ci hanno affascinato fin da subito, è una band che sta crescendo molto velocemente e ci è piaciuto avere delle occasioni di collaborazione trasversali, ci troviamo molto bene umanamente nonostante abitino un altro pianeta rispetto al nostro ed anche a livello musicale c’è una grandissima stima reciproca. Gippo, il cantante, ci ha fatto un grande lavoro di preproduzione per il disco d’esordio e ci ha dato una grossa mano anche per questo, pur avendo noi e Franz in particolare le idee più chiare su ciò che volevamo, il bassista Matteo l’abbiamo coinvolto nel video de Il Prezzo Del Maiale perché volevamo la sua fisicità, con Enrico, il batterista, abbiamo lavorato a stretto contatto per i loro video visto che lui si è occupato dell’animazione dei miei disegni…ci mancava Beppe, che ha una sensibilità musicale che ci attrae un sacco ed è quello più svincolato dal resto del gruppo a nostro parere, così lo abbiamo chiamato ed in quattro e quattr'otto siamo riusciti ad averlo nel disco. Leo, il violoncellista ospite in Umore Nero, l’abbiamo invece conosciuto parlando dopo un nostro live e lì si sono gettate le basi per una collaborazione visto che è uno strumento che adoriamo.

A questo proposito volevo chiedervi qualcosa anche riguardo a questa nuova versione di Umore Nero: avevate deciso fin da quando è stato realizzato il video che sarebbe apparsa sul nuovo disco?

Ci spiaceva lasciarla da parte, anche perché ci piace più della versione sul primo disco dato che è in pratica la realizzazione dell’idea originaria del pezzo. Era nata con questa idea acustica, l’avevamo registrata più elettrica per amalgamarla al resto dell’album ma siamo rimasti sempre affezionati a quella prima versione, che compariva anche nel nostro primo demo ma senza violoncello. Si può dire che è stato un ritorno alle origini.

Del disco precedente mi incuriosiva molto il testo di Autocomplotto: come è nato e quali riferimenti ci sono nel ritornello?

I testi del disco precedente sono stati scritti in un periodo per me molto buio e faticoso, emotivamente traumatico per certi aspetti, e Autocomplotto ha un testo che è un po’ una proiezione non attinente ad un dato di realtà specifico. E’ un atmosfera nera, come si respira in molti pezzi dell’album, è l’immaginario di una relazione che sembra spegnersi , esaurirsi, ma rappresenta in realtà solo la prospettiva di chi sta cantando la canzone e del suo viaggio mentale negativo. Da lì anche i riferimenti ai Suicidal Tendencies, Kill the radio stars per citare la canzone dei Buggles, che messi assieme creano quell’immagine di disagio interiore.

Mi sembra ci sia un trait d’union nella produzione fra questo disco ed il precedente, giusto?

In realtà il disco precedente l’abbiamo registrato nello studio di Stefano delle Capre, e mixato poi da Francesco Invernici a Capriolo nell’Omicron Studio. Musica Per Adulti è stato interamente realizzato a Capriolo e quindi le prese sono state fatte in un ambiente diverso, anche se abbiamo comunque fatto la preproduzione da Stefano.

Avete in programma di fare uscire qualche video oltre a quello iniziale di Ostinato Amore?

Siamo affascinati dall’estetica cinematografica originaria, quella artigianale del cinema della prima ora, dove gli effetti speciali erano creazioni analogiche nate dall’inventiva degli autori. Il video che uscirà, che sarà quello di Meteora, sarà fatto con le nostre mani, fortemente analogico, non avrà la fluidità tipica dei video e sarà molto simbolico, evocativo e naif. Ha un’estetica molto immediata, infantile sotto certi aspetti visto che l’immaginario dei bambini arriva in modo diretto a tutti, e…per il resto preferiamo mantenere la sorpresa. Abbiamo investito tanto tempo, fatica e sudore su questo video e siamo molto soddisfatti del risultato, non facendo cinema ci siamo dovuti improvvisare nella parte ma è stato un po’ come realizzare un sogno nel cassetto, una maniera per riferirci a sperimentatori del mestiere che ci hanno influenzato come i dadaisti. Quell’estetica l’abbiamo ricercata anche in alcuni video precedenti, quello di Valzerino Di Provincia e di Umore Nero, e nonostante i riferimenti più diretti in questo caso siano postumi rispetto a quel tipo di cinema possiamo dire che ci siamo ispirati ad un regista che, negli anni in cui già usciva Guerre Stellari, elaborava le cose in maniera retrò ma con una grande potenza evocativa e fantasmagorica.

Dopo questa prima data come procederà il vostro tour?

E’ ancora in costruzione. Hashtag, la struttura che ci accompagna e che ha pianificato il vecchio tour, si sta riorganizzando internamente per ampliare il giro oltre la zona bergamasca, e questo significa per noi che molto probabilmente riusciremo a girare un po’ in tutta Italia. Per il momento abbiamo date già fissate nella zona lombarda e limitrofa, e figli permettendo abbiamo dato la nostra disponibilità per andare verso sud…magari non suonando di martedì in Puglia!


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