Non so a quanti sia capitato di
recensire un disco che contiene un brano, nello specifico Faccia da uomo, sentito in anteprima durante un concerto a casa
propria. Mi è capitato l’autunno scorso, e da allora sono stato curioso di
sapere come sarebbe stata su album quella canzone che tanto mi aveva
affascinato, e con quali altre il buon Emiliano Mazzoni avrebbe riempito il
proprio terzo disco. E’ da un po’ che me le ascolto, e anche se quella canzone
rimarrà legata perlopiù alle ombre proiettate sulla parete (che facevano molto
Nosferatu di Murnau) posso dire di trovarmi di fronte all’ennesimo ottimo
disco.
La mia scarsa conoscenza dei
cantautori storici italiani, ad esclusione di un po’ di De Andrè ed
un’infarinatura di Guccini e De Gregori, rende azzardato per me definire
Emiliano un cantautore d’altri tempi, eppure è quella la sensazione che provo
all’ascolto dei dodici brani di Profondo blu, non viziata dal video di La metà dove il cantautore modenese si
traveste da cantante confidenziale (cosa che mi fa venire in mente, più che la
tv in bianco e nero, il presidente Gently di Infinite Jest. Sono l’unico?
Qualcuno lo ha letto? Esprimete il vostro parere nella prima recensione
interattiva della storia, sfruttiamo il web 2.0!). La tenerezza, malinconica
più che cupa, dell’iniziale Il mio
funerale, la rarefatta profondità di L’arte
che avrai, le piccole storie di vita vissuta che prendono vita in E tutti eran da qualche parte (in cui
anche le distorsioni contribuiscono all’atmosfera vintage), tutti piccoli tasselli
che legano il disco ad un passato che non è scimmiottato, ma preso ad esempio
per proporre una propria poetica.
Una poetica fatta di un miscuglio
di profondità ed irriverenza, di temi alti e bassi: si sente così definire il
mondo la barca di Dio e la propria morte come “il porto dove scendo io”,
accanto ad improbabili cene (a base di cipolla bollita) in cui parlare di fica
con la propria stronza vita (Il meschino),
il tutto veicolato con una naturalezza che rende ogni parola pregna di magia e
pathos, che si parli di ‘messaggi d’angeli a marcire sulle strade’ (C’era un giorno ed ero io) o di qualcuno
che ‘faceva alla buona e qualcuno anche
alla schifosa’ (E tutti eran da
qualche parte). Musicalmente è sempre il piano il vero protagonista, anche
se più di rado in solitaria: se brani come la dolce Non invecchieremo mai o C’era
un giorno ed ero io si fanno forti delle note e degli svolazzi offerti da
Emiliano (pur concedendo nel secondo caso una menzione obbligatoria alla
sezione ritmica) sono pezzi come Il cielo
della scuola a catturare maggiormente, grazie ad una struttura perfetta che
la rende inizialmente tesa come una corda di violino per poi esplodere, forte
di una batteria minimale ma efficace e di qualche distorsione in sottofondo, e
finire infine minimale e silenziosa.
La voce di Emiliano, qui ancora
più curata che in passato, rimane sempre un pregio della produzione, e sebbene
in qualche brano ecceda nello sfoderare un tono suadente che alla lunga stanca
(Il meschino, non aiutata da un
andamento troppo ripetitivo) ci si accorge anche di quanto la prova vocale
elevi anche brani fin troppo minimali come Tiepido
mare. L’atmosfera da murder ballad di S.
Valentino nella cassa chiude ottimamente un disco che già con Faccia da uomo (eccola!) aveva sfoderato,
a suon di un organo percosso cupamente, atmosfere tenebrose che completano un
cerchio di influenze decisamente ampio e calibrato.
Forse l’unico appunto che posso
fare a questo Profondo blu è di non avermi regalato un brano che mi sia entrato
nel cuore quanto la Ragazza aria del
precedente disco. Inappuntabile nella sua musicalità, ancor più conscio dei
propri mezzi vocalmente, Emiliano Mazzoni sfodera comunque un disco che è un
piacere ascoltare, con punte di eccellenza e difetti minimi: spero che la sua
musica entri nelle vostre case, anche se difficilmente alla stessa maniera con
cui è entrata nella mia. Stefano Ficagna
Tracklist:
1. Al mio funerale
2. C'era un giorno ed ero io
3. L'arte che avrai
4. Il meschino
5. Il cielo della scuola
6. La metà
7. Tiepido mare
8. Faccia da uomo
9. Senza guai importanti
10. Non invecchieremo mai
11. E tutti eran da qualche parte
12. S. Valentino nella cassa
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