Here, terzo album dei The Please,
è uno di quei dischi che fin dalle prime note dichiarano apertamente la propria
influenza. Nel caso specifico la band lombarda si lascia affascinare dagli
spazi aperti degli Stati Uniti ed il folk che questi hanno ispirato,
confezionando undici tracce ariose ed intrise di melodia.
L’iniziale Fig song, complice gli svolazzi della tastiera, è un piacevole
viatico che porta in territori psichedelici illusori: già la successiva Share the fear lascia uno spazio ben più
rilevante alla melodia, condendo il tutto con qualche accenno di fiati che
fanno capolino efficacemente anche in altri punti del disco: Seagull ad esempio, dove viene spontaneo
qualche paragone col Beirut di The rip tide.
L’album mantiene una efficace
coesione, piazzando qua e là qualche brano che varia l’atmosfera abbastanza da
rendere il viaggio il meno ripetitivo possibile: ecco quindi il minimalismo
voce-chitarra di I.D., il mood appena
più crepuscolare di Cappadocia, il
ritmo incalzante della batteria di Keep
the light, brano che muta natura a metà e si fa lisergico ben più della
traccia d’apertura. Carnia, in
chiusura dell’album, si riveste di una sottile malinconia che, complici i
fiati, porta davanti agli occhi polverosi paesaggi di frontiera.
Melodia ed una buona varietà,
eppure a Here manca qualcosa: pur contenendo molti buoni brani al disco The
Please fa difetto il non avere una canzone che si stagli sopra le altre, un
brano per cui valga la pena di rimettere il disco nel lettore anche solo per
quella traccia. Ottimo mestiere e belle atmosfere, ma il rischio è di essere
dimenticato ben prima di quanto meriterebbe. Stefano Ficagna
Tracklist:
1. Fig song
2. Share the fear
3. Back and forth
4. Seagull
5. I.D.
6. Here
7. Cappadocia
8. Counterfort
9. Keep the light
10. Even and odd
11. Carnia
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