27 agosto 2015

Vi racconto il mio Fortissimo...

Vi racconto il mio Fortissimo. In blocchetti di testo, così voi lettori del web li leggete con piacere senza troppe noie.


Io vedo Fortissimo come un alveare, a cui staff, volontari e artisti giungono come api (operose per definizione). Ognuno fa la sua parte producendo uno squisito miele di montagna.

Io vedo Fortissimo come un festival in cui dare spazio a proposte divertenti (ed è certamente così per la musica), ma anche arricchenti. Per la letteratura, di cui mi occupo con Michela, abbiamo fatto così, preferendo persone che avessero qualcosa da raccontare rispetto a spettacolini a pronta presa su peni e vagine.

Io ho visto a Fortissimo le poesie di Francesca Genti che mi hanno commosso e stupito per quanto sono virulente e dolci allo stesso tempo. Insieme a Paolo Gentiluomo mi ha portato per mano nelle creazioni di Sartoria utopia, un progetto editoriale avanti anni luce che non posso che consigliare.

Io ho visto a Fortissimo Ettore Giuradei che ha incantato il difficile pubblico delle colazioni, presentando un libro di favole mettendo nello spettacolo Tenco e De Andrè, oltre alle sue canzoni. Avremmo potuto chiamare Dente, ma non lo abbiamo fatto. Alleluja.

Io ho visto a Fortissimo gli Alma Progetto che hanno cucito i racconti e le poesie del nostro Provincia cronica con le canzoni di Battiato e Consoli. Goduria interminabile. Un lavoro meticoloso e riuscitissimo.

Io ho visto a Fortissimo Max Collini e Arturo Bertoldi e il loro reading super politicizzato sulle storie di Reggio Emilia negli Anni Ottanta. Hanno incollato il pubblico. Scrivere accanto al nome di Max “Offlaga Disco Pax” non era necessario. E credo che questa sia una buona cosa.
Inoltre se avessi letto prima il suo racconto all’interno dell’antologia “Cosa volete sentire” (compilation di racconti – in gran parte bruttini, se devo dirla tutta - di cantautori più o meno noti della scena indipendente italiana, edita da Minumun fax) a cena lo avrei ascoltato di più, parlando il minimo indispensabile.

Io ho visto a Fortissimo Giuseppe Musto e i poeti della digitale Matisklo edizioni, hanno portato nella nicchia le proprie sensibilità, arricchendo la tela di nuovi colori e sfumature. E chiedo venia se sul volantino abbiamo fatto qualche refuso sui nomi.

Io ho visto a Fortissimo la gioia negli occhi di Evita dei Rumor quando ho consegnato il loro demo ai FASK e il batterista si ricordava di lei.

Io vedo Fortissimo come un luogo dove conoscere persone. Ghigliottinando Novara e il solito tran tran. Quest’anno già dal viaggio mi sono imbattuto in Francesco e Giulia, volontari novelli: li ascolterei all’infinito perché hanno tanto da raccontare. E mi sono simpatici a pelle.
Poi c’è Michela, che mi capisce e mi comprende. Noi ci capiamo, anche quando piove.
Quest’anno ci ha aiutati Mafalda, che ha dalla sua la disarmante forza dei vent’anni.

Io vedo la gente di Fortissimo che si diverte. Balla, canta, fa l’amore nei cessi (quest’anno più puliti del solito), cerca, a volte cerca disperatamente, poi parla, si apre.
Sì, vedo Fortissimo come un “non luogo” in cui può succedere di tutto, come può non succedere nulla. E a me piace osservarlo. Piace viverlo, ma non troppo intensamente, altrimenti quando poi finisce ci resto male.

Io vedo Fortissimo come un’oasi decellularizzata. Dove il lavoro non mi può raggiungere, ma dove lavoro certamente più che in ufficio.
Dove alla cassa, alle quattro del mattino, una ragazza dai denti strani mi chiede per l’ottava volta un “Raindogs Burger”, e per otto volte le dico che è esaurito. Stessa storia per il vegan burger.
Poi torna, ancora, indomita, e le dico: “Il Raindogs burger è esaurito, ma se hai fame puoi metterti in bocca il mio cazzo”. Lei mi risponde: “Ci penso”.
Poi non è più tornata.

Io non vedo a Fortissimo la merda (nel senso di escrementi, feci) che qualcuno ha depositato in riva al fiume, macchiando il mio nido d’amore del giovedì sera. Pura biologia... per gli amanti della coprofagia.

Io vedo a Fortissimo il conto del meccanico: 497 euro. Segnale di come il festival muova l’economia dell’intera valle.

Io vedo a Fortissimo tutto lo staff*, i volontari e i tecnici che voglio ringraziare (e non più tediare con le mie deliranti parole). Sono le persone a rendere le cose belle. E le cose belle ci rendono la vita migliore.

++ roberto ++



* Un ringraziamento speciale va quest’anno ai già citati Michela, Mafalda, Francesco e Giulia. Poi a Elena e Debora; a Marcello e allo staff di RadioOhm, a Raffa, Gianluca, Lorenzo e Antonio splendidi compagni di stanza; Alice, Giulia, Marco, Valentina, Giancarlo, Pierangelo, Alessandra e a chi ha contribuito durante l’anno a Provincia cronica. E a Manuela Dago, Maria Paola Colombo e Simone Sarasso che mi sarebbe tanto piaciuto avere come ospiti al festival.

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