
Già
dall'inizio è il ritmo la prima cosa che si nota: Martedì
ha un bel tiro e sa coinvolgere, rivitalizzandosi in un adrenalinico
finale dopo che la struttura semplice su cui si basa cominciava a
mostrare il fianco nonostante il buon lavoro delle chitarre. Pregi e
difetti anche de Il rumore del passato,
la traccia seguente, che aggiunge l'alternarsi fra strofe ritmate, in
cui si fa notare un bel giro di basso, e ritornelli in cui il tempo
rallenta e l'atmosfera si fa ariosa, oltre ad una pausa centrale
molto dilatata che però non convince e lascia un po' di amaro in
bocca. Il ritmo rallenta ancora di più con Benedire,
in cui viene ribaltata la struttura del pezzo precedente lasciando
spazio però ad una vena malinconica più marcata, ma neanche questo
pezzo riesce a segnare una svolta e si comincia ad avere
l'impressione che quanto c'era da dire è già stato detto. Solo
mostri non cambia
di granché le coordinate, e pur mostrando più fantasia
nell'arrangiamento continua a ricadere in un ritornello che come leit
motiv è troppo debole per essere giustificabile, pur proposto in
salse diverse (come nel finale, più scarno e con tanto di battito di
mani in sottofondo). Il pentito,
brano con cui si conclude l'ep, mostra perlomeno dal punto di vista
vocale e del testo una qualità maggiore, veicolando efficacemente un
percorso di autoanalisi in cui si giunge alla conclusione che “il
problema eri tu, non le persone”: poco per risollevare quello che
musicalmente è un “more of the same”, ma comunque piacevole nel
complesso.
Non
basta vivere rappresenta quello che i The Ophelia's nunnery sono in
questo momento, con tutti i pregi ed i difetti: al di là delle
capacità ritmiche e delle inquietudini i cinque brani tratteggiano
un gruppo che ha trovato la sua direzione ma non è riuscito ad
ampliare i propri orizzonti, portando alla luce, pur con dinamiche
lievemente diverse (in particolare con la vena più riflessiva di
Benedire), sempre gli
stessi tratti sonori. Non abbastanza per reggere l'intero ep,
contando anche il mixaggio che privilegia le frequenze alte togliendo
molta potenza ai brani ed una voce che si limita quasi sempre al
compitino senza dare particolare enfasi al disagio che emerge dai
testi. Stefano Ficagna
Tracklist:
1. Martedì
2. Il rumore del passato
3. Benedire
4. Solo mostri
5. Il pentito
Nessun commento:
Posta un commento