Il nuovo disco delle Agatha si intitola Gravis atque Gravior ed esce grazie ad una coproduzione tra Wallace, Sangue Dischi, Panda Banda ed altre etichette indipendenti. È un disco in formato LP che a mio parere nasce con due precisi messaggi: attitudine e volontà. È un disco violento e preciso, che urla e stride nella boscaglia come una belva alla ricerca della preda calpestando sterpaglie ed inutili indizi. Si inizia pertanto con 1981, canzone che reca come titolo l’anno in cui vennero eliminate in modo definitivo (sì, nel 1981, avete capito bene) le leggi riguardanti il delitto d’onore. “You know perfectly well what we’re talking about: Dead wives, lovers, mothers, daughters, friends. Feminicide. No compromises", recita il testo, vera e propria denuncia introduttiva rispetto a tutto ciò che verrà detto e suonato in Gravis atque Gravior.
Suonato, per l’appunto: sette brani tesi e diretti, che spaziano dal post hardcore più rude che si possa concepire al noise più sofferente ed inquieto. Picchiano sodo come una volta, le Agatha, non sono cambiate nonostante ripetuti cambi di formazione e più di dieci anni di militanza. Il loro punk non procrastina dilungandosi, colpisce. Prendete per esempio Black Owl e Not about who rules: sin dall’inizio veniamo investiti da una frana di massi cupi, grazie alla quale il duo milanese formato da Claudia e Pamela non perde occasione di accusare, combattere e ricalcare. “This song is for all of us Who believe there’s more Than music, than hype, than money, more”, recita A song for the different, cruda presa di coscienza musicale e non riguardo all’impegno nella cosiddetta “scena” punk italiana e non. Andate ai concerti e divertitivi, ma non dimenticate che dietro ad un disco oppure sul palco ci sono persone, prima di tutto. Le cose stanno così e non si fanno sconti. La musica riflette l’impegno, ne veicola la sostanza per arrivare al punto. Planets conspiracy è la mia preferita: inizia con un giro che ricorda i Neurosis di A Sun that never sets, lo ripete dopo ogni strofa e sembra una dedica a chi persevera, a chi non si arrende, a chi non smette mai di studiare. Un pendolo di Foucault sopra ad un pavimento di cristallo. Le urla, comunque, non finiscono mai.Una nota di merito sicuramente deve essere diretta alla Wallace Records, che non ha mai smesso di seguire le Agatha nel loro percorso musicale. Andrea Vecchio
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