3 giugno 2018

Bambole tristi e fiori furiosi, la ricetta vincente dei Dead Cat In A Bag


C’è qualcosa di apocalittico in questo Sad dolls and furious flowers. Nasce dalla lentezza gravida di tensione dell’iniziale Sad dolls, cresce nella ritmica serrata e nelle esplosioni d’archi di Thirsty e giunge all’apice col tappeto industrial di The voice you should’nt hear, dove la voce roca di Luca “Swanz” Andriolo (che quando urla sembra il demonio) ed un violino al contempo malinconico e malevolo fanno il resto. Ci fosse già solo questo saremmo di fronte ad un disco incredibile, ma non è finita qui.

Il terzo album dei Dead Cat In A Bag esce a quattro anni di distanza dal precedente Late for a song, e ad uno soltanto dall’album solista del deus ex machina del progetto, il già citato Swanz. Le sonorità pescano come in passato da un variegato numero d’influenze, passando con scioltezza dal folk a stelle e strisce ai Nine Inch Nails, con puntatine nell’Australia di Nick Cave ed in tutti i paesi balcanici possibili. Il risultato è l’ennesimo meltin pot, solo reso ancora più gioioso per le orecchie da una scrittura migliorata ulteriormente. Capita così che fra le tinte scure del disco non appaia affatto fuori contesto il bluegrass scatenato di Waste, che ci si emozioni per una cover di Venus in furs dei Velvet Underground almeno all’altezza dell’originale, o che ci si lasci trasportare dalla tristezza di Le vent, episodio minimale che catapulta diretti in Francia a colpi di fisarmonica e violino. Un’altra caratteristica, quella di far viaggiare le orecchie dell’ascoltatore per il mondo, che ai Dead Cat In A Bag riesce sempre con disarmante facilità.
Swanz imperversa per tutto l’album con la sua voce da attore consumato, sotterranea e carica d’empatia tanto nei sussurri quanto nelle grida: da brividi l’inizio di Not a promise, voce e piano a creare un mondo da pochi elementi, altrettanto degna di plauso la parte finale con la tromba a subentrare alle liriche. Trovare difetti in questo disco, scritto col cuore e con un gusto per l’intreccio fra strumenti che ha dell’incredibile, è un compito a dir poco certosino, e se proprio vogliamo fare i fiscali il finale è un po’ dimesso rispetto al tourbillon d’emozioni inscenato fino alla cover di Lou Reed e soci.
I Dead Cat In A Bag si confermano, come se ce ne fosse bisogno, una realtà musicale multiforme eppure dotata di una personalità che va al di là dei generi. Sad dolls and furious flowers non è un disco facile, pregno d’oscurità e di emozioni forti: è però un dovere morale consigliarlo. Stefano Ficagna

Tracklist:

1. Sad Dolls
2. Promises in the evening breeze
3. Thirsty
4. Not a promise
5. Muneca
6. The voice you should'nt hear
7. The place you should'nt go
8. Waste
9. Le vent
10. Venus in furs
11. The clouds
12. Mexican skeletons
13. Furious flowers

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