C’è qualcosa di apocalittico in
questo Sad dolls and furious flowers. Nasce dalla lentezza gravida di tensione
dell’iniziale Sad dolls, cresce nella
ritmica serrata e nelle esplosioni d’archi di Thirsty e giunge all’apice col tappeto industrial di The voice you should’nt hear, dove la
voce roca di Luca “Swanz” Andriolo (che quando urla sembra il demonio) ed un
violino al contempo malinconico e malevolo fanno il resto. Ci fosse già solo
questo saremmo di fronte ad un disco incredibile, ma non è finita qui.
Il terzo album dei Dead Cat In A
Bag esce a quattro anni di distanza dal precedente Late for a song, e ad uno
soltanto dall’album solista del deus ex machina del progetto, il già citato
Swanz. Le sonorità pescano come in passato da un variegato numero d’influenze,
passando con scioltezza dal folk a stelle e strisce ai Nine Inch Nails, con
puntatine nell’Australia di Nick Cave ed in tutti i paesi balcanici possibili.
Il risultato è l’ennesimo meltin pot, solo reso ancora più gioioso per le
orecchie da una scrittura migliorata ulteriormente. Capita così che fra le
tinte scure del disco non appaia affatto fuori contesto il bluegrass scatenato di
Waste, che ci si emozioni per una
cover di Venus in furs dei Velvet
Underground almeno all’altezza dell’originale, o che ci si lasci trasportare
dalla tristezza di Le vent, episodio minimale
che catapulta diretti in Francia a colpi di fisarmonica e violino. Un’altra
caratteristica, quella di far viaggiare le orecchie dell’ascoltatore per il
mondo, che ai Dead Cat In A Bag riesce sempre con disarmante facilità.
Swanz imperversa per tutto l’album
con la sua voce da attore consumato, sotterranea e carica d’empatia tanto nei
sussurri quanto nelle grida: da brividi l’inizio di Not a promise, voce e piano a creare un mondo da pochi elementi,
altrettanto degna di plauso la parte finale con la tromba a subentrare alle
liriche. Trovare difetti in questo disco, scritto col cuore e con un gusto per
l’intreccio fra strumenti che ha dell’incredibile, è un compito a dir poco
certosino, e se proprio vogliamo fare i fiscali il finale è un po’ dimesso
rispetto al tourbillon d’emozioni inscenato fino alla cover di Lou Reed e soci.
I Dead Cat In A Bag si confermano,
come se ce ne fosse bisogno, una realtà musicale multiforme eppure dotata di
una personalità che va al di là dei generi. Sad dolls and furious flowers non è
un disco facile, pregno d’oscurità e di emozioni forti: è però un dovere morale
consigliarlo. Stefano Ficagna
Tracklist:
1. Sad Dolls
2. Promises in the evening breeze
3. Thirsty
4. Not a promise
5. Muneca
6. The voice you should'nt hear
7. The place you should'nt go
8. Waste
9. Le vent
10. Venus in furs
11. The clouds
12. Mexican skeletons
13. Furious flowers
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